ROMA – Mago della comunicazione autocertificato, Matteo Renzi si è assunto anche l’onere di trasferire ai suoi quello che sa su come stare in tv, come colpire nel segno e non cadere nelle trappole dei “gufi” di professione che solo alimentando la paura possono sperare di racimolare consensi. La slide pubblicata su Twitter dalla senatrice Magda Zanoni, “I nostri avversari sono quelli che sperano nel fallimento dell’Italia. Il loro nido è il talk show, non il Parlamento”, con tanto di gufo in primo piano, testimonia del nuovo impegno del premier: coach tv nel corso serale per aspiranti comunicatori del piccolo schermo.
Il giudizio negativo di Renzi è tranchant, secondo la cronaca politica di Monica Guerzoni sul Corriere della Sera, al punto che girerebbero elenchi riservati di presentabili, cioè fotogenici e “tele-furbi” e impresentabili, cioè impotenti nel reggere il confronto e le provocazioni e inadeguati a spiegare le tante riforme fatte. Soprattutto lenti, impacciati e incapaci di concludere. Ecco una pillola di saggezza comunicativa con immancabile metafora calcistica.
«Il catenaccio non funziona – ha detto il coach a deputati e senatori, illustrando i concetti con le amate slide – Dobbiamo cambiare schema, partire all’attacco e tenere il possesso di palla, stando attenti a non cadere nelle provocazioni». Quando si accetta di partecipare a un talk show non si fa il «tiki taka», ma si punta dritti alla porta avversaria, ha spiegato Renzi. Il quale da tempo covava una certa rabbia per alcune disastrose apparizione dei «dem» nei programmi di informazione. (Monica Guerzoni, Corriere della Sera).
Forse un supplemento di riservatezza, di prudenza nel far girar la voce sui corsi di formazione televisiva avrebbe evitato un paio di dubbi non proprio edificanti per il Pd di Renzi. E’ forse già finita la luna di miele con l’opinione pubblica e Matteo Renzi risponde con il riflesso condizionato della scusa più banale, il difetto di comunicazione? La telegenia come categoria politica non conferma il sospetto che da Berlusconi a Renzi non c’è stata alcuna soluzione di continuità?