Primarie, le spie e i soldi: ci si può lanciare questo fango nello stesso partito?

di Viola Contursi
Pubblicato il 11 Ottobre 2012 - 16:37 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Renzi (Foto LaPresse)

ROMA –  L’ultima scena è stata questa: Matteo Renzi ha chiesto al partito la lista degli iscritti, per trovare i 18mila disposti a sottoscrivergli la candidatura ma il Pd gli ha risposto: no, non te la diamo, vattela a cercare città per città. E per questo il sindaco di Firenze rischia di non poter partecipare alle primarie. Ultima scena in ordine di tempo per raccontare il “casino” delle primarie Democratiche. Un “casino” perché in questi giorni si è sentito di tutto in casa Pd: dagli attacchi perché Matteo Renzi ha preso un jet privato, all’insinuazione che Massimo D’Alema utilizzi i Servizi Segreti a fini privati contro un suo stesso compagno di partito. Una guerra a suon di colpi bassi fatta di ripicche, di proclami qualunquisti e velate accuse infamanti.

Massimo D’Alema (Foto LaPresse)

La sensazione è che nel Pd stiano volando gli stracci, come si suol dire, che ci si stia lanciando gratuitamente fango tra compagni di partito. La guerra intestina si gioca non solo tra il “rottamatore” Renzi e il presidente del Copasir Massimo D’Alema.

Una guerra che sembra addirittura esulare dalla competizione una guerra che offusca gli altri candidati e anche il fine ultimo delle primarie, che dovrebbe essere quello di trovare un candidato premier che trascini il centrosinistra alla vittoria delle prossime elezioni politiche 2013. Fa impressione che questa guerra, fatta di fango schiaffato in faccia all'”avversario” a quintali, si stia combattendo tra esponenti dello stesso partito e di un partito che, stando al disfacimento del centrodestra attuale, potrebbe essere quello che dovrà governare l’Italia dal prossimo anno.

Come è possibile, ad esempio, che D’Alema abbia detto che si vuole candidare solo “per ripicca contro Renzi”, che gli abbia detto “Ha sbagliato, si farà male” e che addirittura lo abbia attaccato sul fatto che “ha usato il jet privato e la mercedes”? Lui che ha scarpe fatte su misura e ha una barca a vela che certo non può essere definita “parca” e che ha sempre criticato l’antico assioma “essere di sinistra vuol dire non essere ricchi e non fare ‘cose da ricchi'”. Ed è mai possibile che dall’altra parte Renzi risponda per le rime addirittura lasciando trapelare un accusa pesantissima, ovvero insinuando che D’Alema usi contro di lui i Servizi Segreti? E attenzione, non stiamo parlando di uno scontro tra due politici di opposta fazione: i due soggetti in questione si dà il caso militino nello stesso partito.

L’ultimo durissimo scontro Massimo-Matteo è nato da un retroscena pubblicato su La Stampa del 10 ottobre in cui veniva scritto che D’Alema ai suoi avrebbe detto: “Avevo detto a Bersani di valutare assieme l’ipotesi che io non mi ricandidi al Parlamento. Ma ora no. Poi, naturalmente, parlerà il partito”. E ancora: “Renzi ha sbagliato e continua a sbagliare. Si farà del male”. Ma gli attacchi non si fermano qui: “La settimana scorsa – avrebbe raccontato D’Alema ai suoi – Renzi è andato a Sulmona, in jet privato da Ciampino, poi una Mercedes. In camper c’è salito alle porte di Sulmona, ma quando è arrivato in piazza, tutti ad applaudire il giovane ribelle che ‘altro che auto blu, lui viaggia in camper’ Renzi ha sbagliato e continua a sbagliare, si farà del male”.

Pronta la replica di Renzi: “Il presidente del Copasir dice a un avversario politico, e peraltro farei parte del suo partito, che si farà del male? Spero che D’Alema smentisca queste frasi, spero che non le abbia dette, c’è un che di allusorio che non capisco. E’ un linguaggio intimidatorio che non mi piace e che non mi aspettavo  dal presidente del Copasir”. Renzi poi risponde all’altra accusa: “D’Alema ha detto che a Sulmona la settimana scorsa ci sono arrivato in jet privato e sono salito in  camper solo alle porte della città? Sì, è vero, l’ho fatto per  motivi di tempo”, ma il jet “me lo sono pagato di tasca mia”.