Matteo Renzi: “Ora lo sforbicia-Italia, taglio degli organismi inutili”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Aprile 2014 - 08:36 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Renzi

Matteo Renzi (foto Ansa)

ROMA  – Dopo il cresci-Italia e il salva-Italia, è giunto il momento dello sforbicia-Italia. Matteo Renzi, in una lunga intervista a Qn annuncia che il primo passo sarà la creazione di un elenco di organismi inutili da cancellare subito.

“Non vorrei si pensasse che abolito il Cnel, le province e il Senato mi tranquillizzerò: per me quello è l’antipasto”.

Ma Renzi parla a tutto tondo, da Beppe Grillo alle resistenze della minoranza Pd. Quanto alla riforma di Palazzo Madama, criticata sabato da Silvio Berlusconi, dice:

“A me basta che il Senato non costi più un centesimo, non sia eletto, non dia la fiducia, non voti il bilancio. Sul resto, si discute”.

E sulla contrarietà di alcuni senatori Pd alla riforma riflette:

“Se una comunità democratica si dà delle regole poi deve rispettarla”. “Sono sicuro che tutti gli eletti del Pd si attesteranno sulle posizioni scelte dai nostri elettori e dai nostri organismi. Il mio partito ha fatto scelte coraggiose. Se qualcuno prova ora ad alzare la voce affinché le cose annunciate non si facciano: beh, non mi spavento”.

Alla domanda su chi sia ad ostacolare le riforme risponde:

“Se vuole l’elenco finiamo domattina.. Non mi sfugge che tra burocrati e politici ci sia un sacco di gente che sta facendo il tifo perché il governo fallisca. Ma resteranno delusi”.

Quanto al M5S, Beppe Grillo, sostiene Renzi,

“perderà sia la partita politica sia la faccia perché a breve sarà chiaro che i suoi parlamentari stanno tradendo il mandato ricevuto dagli elettori”. E sulle dure critiche ricevute dal comico dice: “solo insultandomi Grillo riesce a sentirsi vivo”.

Sulla spending review, il premier esclude tagli per 2,5 miliardi alla spesa sanitaria:

“una cifra del genere non è scritta nelle pagine più cupe del rapporto Cottarelli”.

Infine, il premier riflette sul ddl lavoro:

“bisogna che anche la sinistra cambi posizione. Di fronte ai picchi raggiunti dalla disoccupazione, non possiamo continuare a dire che siamo il partito dei lavoratori per poi frenare ogni riforma del mercato del lavoro. E’ ora di finirla con troppa ideologia”.