FIRENZE – Matteo Renzi presidente del Consiglio? Sì, ma non come candidato del Pd, ma come capo di un governo “con Grillo e Berlusconi“. L’ipotesi è stata avanzata da Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera. Ipotesi subito smentita da Renzi e il suo staff: “E’ sindaco e resta sindaco”.
Il ragionamento di Renzi è: non voglio che il partito mi proponga come “prossimo candidato premier”. Ma se tra i nomi proposti a Napolitano ci fosse il suo, “allora ci penserei seriamente”. Ma nomi per fare che? Magari un governo di larghe intese, cioè Pd+Berlusconi, Pd+Grillo, o Pd+Berlusconi+Grillo.
Se l’ipotesi fosse confermata (ma lo stesso Renzi l’ha smentita su Twitter: “Faccio il sindaco di Firenze, senza rimpianti”), Renzi passerebbe per “possibile eroe” del Paese, e senza fare le scarpe a Bersani: scrive la Meli che infatti non è intenzione di Renzi quella di ostacolare le manovre di Bersani. Sembra dire: io non metto i bastoni tra le ruote, ma se loro mi vengono a cercare come sintesi tra diverse anime politiche, a quel punto potrei accettare.
La Meli, citando le parole di persone vicine a Renzi, spiega dove il sindaco di Firenze pensa si siano perse le elezioni: “Quando dicevo che avremmo dovuto dimezzare i parlamentari e azzerare il finanziamento pubblico, tutti mi trattavano come un demagogo da strapazzo, anche nel partito, senza capire che quello era il modo per sgonfiare Grillo”.
Anche, se sarebbe il Renzi-pensiero, le radici della sconfitta partono dalle primarie: “La verità è che noi abbiamo perso queste elezioni il giorno in cui abbiamo respinto la gente dai seggi delle primarie, quando abbiamo deciso che dovessero votare solo i militanti. Con che faccia, poi, potevamo chiedere a tutta questa gente che abbiamo cacciato di andare a votare alle politiche per noi?”
Ecco cosa ha scritto Renzi su Twitter, tanto per chiarire una volta per tutte che le cose lette sui giornali non sono vere: “Ho evitato di fare dichiarazioni dopo il voto perchè non volevo finire nel festival di chi la spara più grossa e nei pastoni degli addetti ai lavori. Adesso leggo incredibili interpretazioni, ricostruzioni, commenti. Mettiamola così, allora: quello che volevamo per l’Italia lo abbiamo proposto alle primarie. Dagli Stati Uniti d’Europa fino all’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, noi ci abbiamo messo la faccia, presentando un progetto serio. Ho perso le primarie. Adesso faccio il Sindaco perché la serietà non è un optional. Capisco i rimpianti, ma preferisco vivere di progetti. E ora scrivo una enews per essere ancora più chiaro, vai…”
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