Matteo Salvini e Steve Bannon insieme a Milano l’8 marzo

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Marzo 2018 - 14:46 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Salvini e Steve Bannon insieme a Milano l'8 marzo

Matteo Salvini e Steve Bannon insieme a Milano l’8 marzo

ROMA – Matteo Salvini, fresco vincitore nel voto che ha visto l’affermazione del “sovranismo” italiano e Steve Bannon, ideologo dell’America First che ha portato alla Casa Bianca Donald Trump, si sono visti a Milano l’8 marzo.

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Un incontro tenuto riservato scoperto dall’Agenzia Agi. Che documenta l’incontro ma esclude che i due si siano parlati dello scandalo Cambridge Analytica, la società che avrebbe estorto a Facebook l’accesso a milioni di profili di utenti inconsapevoli.

Uno scandalo mondiale, soprattutto perché dà conto della minaccia reale  – e messa in atto appunto durante l’ultima campagna presidenziale americana – del pericolo di manipolazione dell’opinione pubblica per raggiungere il potere. Di striscio, va ricordato che la stessa Cambridge Analytica nel 2012 fu assoldata da un partito italiano (secondo un’inchiesta del New York Times) e pochi scommetterebbero sull’estraneità della Lega.

Per Chris Wylie – la talpa che ha provocato lo scandalo – Bannon, tre anni prima il suo incarico alla Casa Bianca, cominciò a lavorare a un ambizioso programma: costruire profili dettagliati di milioni di elettori americani su cui testare l’efficacia di molti di quei messaggi populisti che furono poi alla base della campagna elettorale di Trump.

Responsabilità negata da Bannon  che nello stesso tempo irride anche l’autodifesa di Mark Zuckerberg, denunciando come un segreto di Pulcinella il fatto che i dati di Facebook siano “in vendita” sul mercato. “Io non sapevo nulla dello scavo dei dati di Facebook” da parte di Cambridge Analytica, afferma Bannon citato dal Guardian durante una conferenza svoltasi ieri sera a New York, nella sua prima reazione pubblica.

Tornando a Salvini, Bannon confida che arrivi davvero al governo: “Il mio sogno è di veder governare assieme Lega e M5S, espressioni diverse dello stesso fenomeno”, che “superano, assieme ad altre formazioni minori, la metà dei votanti”, ha dichiarato a La Stampa.

Mentre definisce l’Italia il “cuore della rivoluzione” del nazional-populismo, tra i due leader, la preferenza va a Salvini, “perché rappresenta il Nord, ovvero tre quarti del Pil nazionale, mentre Di Maio propone il reddito di cittadinanza, una versione dell’economia sussidiata, che manderà in fallimento le casse pubbliche in meno di due anni”, dichiara Bannon,

“La realtà è che Di Maio guarda a sinistra, vuole essere come Obama e Macron e cerca per questo l’intesa col Pd, mentre Salvini sta con il popolo, ha un cuore, essendo stato comunista e pensa solo a combattere libero commercio e migranti”. Tra i possibili scenari futuri, “se Salvini governerà con i cinquestelle sarà lui la forza trainante, se Salvini resterà all’opposizione potrà rivendicare il merito di aver sconfitto i corrotti come Berlusconi, se vi sarà un governo di unità nazionale sarà sempre Salvini ad imporre gli obiettivi a cuore al ceto medio”, sostiene Bannon. In ogni caso, quindi, “nel futuro d’Italia c’è la Lega, che strapperà voti al Sud ai cinquestelle grazie alle posizioni sui migranti”.