Mauro Masi chiede per la Rai una azione del Governo per il recupero della evasione del canone
Il direttore generale della Rai, Mauro Masi porterà all’esame del Consigliodi Amministrazione dell’azienda televisiva pubblica il problema del recupero del canone, che risulta non pagato da un terzo degli italiani, numero che, secondo il primo ministro Silvio Berlusconi, è destinato a salire ad almeno metà dei telespettatori. Sono circa 100 milioni di euro che mancano all’appello e affondano il bilancio della Rai.
Masi ha lavorato alacremente a un piano di risanamento dei conti aziendali, aiutato dai suoi quattro direttori generali (Gianfranco Comanducci, Lorenza Lei, Giancarlo Leone, Antonio Marano) e da Fabio Belli, responsabile di pianificazione e controllo. Il piano parte dalla previsione di un deficit, nel 2010, di 275 milioni di euro: ne sono causa i diritti sportivi (Mondiali di calcio e Olimpiadi invernali), il calo della pubblicità per un ulteriore -20%, analogo a quello registrato nel 2009 (si dovrebbero quindi perdere altri 200-250 milioni di euro dai 1.100 milioni cui dovrebbe attestarsi il fatturato Sipra nel 2009) e una serie di altre spese irrinunciabili come il lancio di nuovi canali tematici e l’estensione del digitale terrestre).
La principale voce che manca all’appello è però quella del canone: il mancato introito del 30% degli abbonati «vale» almeno 400 milioni sulla carta.
Secondo il Corriere della Sera, Masi avrà come principale alleato in questa battaglia per recuperare il canone proprio un uomo di area centrodestra, il consigliere Angelo Maria Petroni, nominato in Cda dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Petroni ha già avanzato la sua proposta: agganciare il pagamento del canone alla bolletta della luce. Il recupero potrebbe non andare interamente alla Rai. Una quota di 100 milioni, sostiene Petroni, potrebbe abbattere il canone alle fasce sociali più svantaggiate (possessori di Social card) o abbassarlo per tutti a 99 euro. Fatto sta che l’intervento sul canone, stavolta in termini ultimativi da parte della Rai nei confronti del governo, sembra inevitabile.