Mediatrade, i pm chiedono il rinvio a giudizio per Berlusconi

Pubblicato il 4 Aprile 2011 - 13:51 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – I pubblici ministeri che si occupano del processo Mediatrade, Sergio Spadaro e Fabio De Pasquale, hanno chiesto il rinvio a giudizio per Silvio Berlusconi. La richiesta di processo per il premier, per suo figlio Pier Silvio, per Fedele Confalonieri e per gli altri nove imputati è stata avanzata al gup Maria Vicidomini dal pm Fabio De Pasquale all’inizio del suo intervento. Il magistrato prima di iniziare la sua ricostruzione ha esordito: ”questi sono i motivi per cui chiedo il giudizio”.

Dopo di che De Pasquale ha cominciato a parlare della vicenda della compravendita dei diritti tv e cinematografici Mediaset – inchiesta da cui è nata Mediatrade -, come vicenda di sfondo. Poi è passato ad inquadrare il ruolo dei singoli imputati, il rapporto tra di loro sottolineando la posizione di Daniele Lorenzano, responsabile sin dagli anni ’80, quale uomo di fiducia di Berlusconi, degli acquisti dei diritti sul mercato statunitense, prima per Fininvest poi per Mediaset, divenuto poi consulente di Mediatrade.

Tra l’altro il pm De Pasquale ha ribadito che per il procedimento per cui si sta celebrando l’udienza preliminare non si è riusciti ad arrivare a sentenza per via di una ”norma strana”, la ex Cirielli, che ha cambiato le regole della prescrizione. Inoltre secondo quanto filtrato dall’aula, ha sviluppato il concetto delle ”potenzialità espansive delle indagini preliminari. Pertanto quello che gli inquirenti non sono riusciti ad acquisire finora lo potranno acquisire nella prospettiva del dibattimento. Discorso questo che si riferisce alle rogatorie chieste alle autorità giudiziarie statunitensi e di Hong Kong a cui non è ancora stato dato seguito.

”Per quanto possa saperne io, la frode fiscale potrebbe ancora essere in corso”. E’ un altro dei passaggi dell’intervento del pm Fabio De Pasquale durante l’udienza preliminare per il caso Mediatrade. La frase del pm si riferisce appunto ad una presunta evasione fiscale di 8 milioni contestata fino al 2009 al premier Silvio Berlusconi, al figlio Pier Silvio, a Fedele Confalonieri e a altri imputati. Nel pomeriggio la parola passerà alla difesa di Fedele Confalonieri dopo di che l’udienza verra’ aggiornata al prossimo 2 maggio.

La difesa di Fedele Confalonieri, uno tra gli imputati di frode fiscale nell’ambito dell’udienza preliminare per il caso Mediatrade, ha chiesto il proscioglimento del presidente di Mediaset perchè il fatto non sussiste. Durante il suo intervento il professor Alessio Lanzi, legale di Confalonieri, ha tenuto a precisare, come ha ribadito fuori dall’aula, ai cronisti che ”la normativa penale tributaria non prevede come reato per la società consolidante il reato fiscale”.

In sostanza non può essere mosso alcun addebito a Confalonieri come presidente di Mediaset che è la controllante di Mediatrade. Il professor Lanzi ha sottolineato che è la prima volta che viene affrontato un caso simile. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 2 maggio quando la parola passerà agli altri difensori. I legali di Berlusconi invece discuteranno il prossimo 30 maggio, giorno in cui l’udienza preliminare potrebbe chiudersi con la decisione del gup.