Mediatrade: giudice di Milano invia atti alla Consulta su legittimo impedimento

Pubblicato il 24 Giugno 2010 - 12:16 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Il giudice per l’udienza preliminare di Milano Marina Zelante ha inviato gli atti del processo Mediatrade, in cui è imputato anche il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, alla Corte Costituzionale per la legge sul legittimo impedimento. Il gup ha eccepito d’ufficio l’illegittimità costituzionale relativa alla legge sul legittimo impedimento che congela i processi per 180 giorni per le più alte cariche dello Stato e i ministri e ha quindi inviato gli atti alla Corte Costituzionale.

Ora il giudice è in camera di consiglio per decidere se stralciare o meno la posizione del premier e andare avanti con l’udienza preliminare per gli altri imputati.

Se la Consulta riterrà il ricorso ammissibile, si dovrà pronunciare sulla legittimità costituzionale della legge sul legittimo impedimento. E se, come nel caso del Lodo Alfano, riterrà delle incongruenze anticostituzionali, la legge decadrà immediatamente.

Gli avvocati avevano avanzato il “legittimo impedimento” per Berlusconi al via dell’udienza preliminare. L’inchiesta coinvolge 12 persone tra cui il premier, suo figlio Pier Silvio e il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, accusati a vario titolo di frode fiscale e appropriazione indebita.

L’avvocato Niccolò Ghedini, difensore di Berlusconi, aveva infatti gia’ depositato nei giorni scorsi una richiesta di rinvio dell’udienza, segnalando l’impedimento del viaggio istituzionale in Canada dove partecipa al G20.

Nella richiesta, il legale ha indicato il prossimo 27 luglio come prima data in cui il premier sarebbe disponibile.

Ghedini: decisione fuori dai principi della Consulta. A stretto giro arriva il commento dell’avvocato del premier, Niccolò Ghedini che dice:  ”E’ una decisione che appare al di fuori dai principi della Consulta sulla leale collaborazione”. Ghedini, in relazione all’ordinanza con cui il gup ha eccepito l’illegittimità costituzionale della legge sul legittimo impedimento e trasmesso gli atti alla Consulta, ha voluto sottolineare che ”indipendentemente dal non condividere l’ordinanza, il giudice si è dimenticato di valutare l’impedimento odierno, che era pacificamente legittimo, e che la difesa aveva offerto una data ravvicinata”, in merito alla disponibilità del premier ad essere in aula.

Ghedini ha inoltre sottolineato che oggi all’udienza al giudice era anche stato offerto ”di articolare un adeguato calendario dopo la sospensione dei termini feriali. Da parte nostra quindi – ha proseguito – c’era la massima disponibilita’ a fare il processo”.

Di Pietro: il legittimo impedimento è ladrocinio di Stato. ”Si dice legittimo impedimento ma si chiama ladrocino di Stato da parte di persone che sono andate al potere solo per essere nelle condizioni di rubare legalmente” è il commento del leader dell’Idv, Antonio Di Pietro.