A Messina non piove più ma iniziano a grandinare le polemiche: al centro della bufera c’è il sindaco, Giuseppe Buzzanca, e l’utilizzo dei soldi (pochi) destinati a curare il territorio ed evitare dissesti idrogeologici.
Soldi che il primo cittadino siciliano ha pensato di spostare, una ventina di giorni prima della tragedia, dalla cura del territorio a «spese per relazioni pubbliche e di rappresentanza e di funzionamento del sindaco».
Si tratta di circa 15.0oo euro, non un’enormità, ma comunque un importo significativo. Altri fondi destinati al suolo, poi, sono stati utilizzati per «manutenzione per edifici di culto». Insomma, invece che mettere in sicurezza le case si è scelto di riparare le chiese.
La beffa, poi, sta nel fatto che lo stesso Buzzanca era stato tra i primi a tuonare contro l’abusivismo e il dissesto nel territorio. E invece, in municipio, c’è chi afferma che questo ufficio che si dovrebbe occupare del suolo messinese neppure esiste. Carmelo Gioè, unico geologo del Comune lo chiede candidamente: «Ma quale ufficio? Forse ci sarà il capitolo di spesa in bilancio nella speranza di crearlo».
Buzzanca, invece, assicura che l’ufficio esiste eccome. Strano però, che l’unico geologo del Comune non ne sappia nulla. Quanto ai fondi dirottati ad altro uso, il sindaco incassa gli attacchi dei consiglieri del suo stesso partito ma respinge, in modo generico, tutte le accuse: «Mi sembrano solo speculazioni basate su argomenti speciosi».
Sulla sicurezza e la gestione dell’emergenza Buzzanca rilancia: «Abbiamo una vera task force che si occupa del territorio». Forse. Intanto, però, i soldi sono stati spostati altrove e Governo e Bertolaso s0no infuriati per la disorganizzazione che hanno trovato sul posto al punto da mettere sindaco e presidente della provincia messinese ai margini e affidare la gestione delle situazione al governatore della Regione Sicilia Raffaele Lombardo.
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