Michaela Biancofiore non si scusa. Ma nel Pdl Carfagna, Gelmini & co tacciono

Pubblicato il 5 Maggio 2013 - 11:39| Aggiornato il 11 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Michaela Biancofiore, “punita” dopo le frasi sui gay, continua a difendersi: ”Non ho nulla di cui rammaricarmi. Ho solo espresso il mio parere: non mi pare un peccato sostenere che le associazioni gay si autoghettizzino. Ne’ tanto meno posso negare che siano una vera e propria casta”. Ma intanto le altre “berlusconiane”del Pdl prendono le distanze da lei. Ne parla Tommaso Ciriaco su Repubblica.

Enrico Letta ha tolto alla Biancofiore le deleghe come sottosegretario alle Pari Opportunità, spostandola alla Pubblica Amministrazione. Ma nel Pdl a difenderla c’è solo Gabriella Giammanco, spiega Ciriaco

Le altre donne considerate vicine a Berlusconi (le cosiddette “amazzoni”) invece tentennano. Scrive Ciriaco: Non si sbilancia troppo, invece, Maria Stella Gelmini: «Non voglio alimentare polemiche. Voglio parlare solo di Imu, accesso al credito e pressione fiscale. Il resto mi interessa poco e, soprattutto, interessa poco agli italiani». Né si esprime Mara Carfagna. E anche Annagrazia Calabria si limita a dire: «È una questione che riguarda il governo». Come Anna Maria Bernini: «Il Paese si aspetta che mettiamo da parte polemiche sterili e ci occupiamo di contenuti».

Invece la Biancofiore, con La Stampa, continua a respingere le accuse: ”Non ho fatto niente di male: ho dovuto difendermi dalle accuse che mi erano ingiustamente piovute addosso. Non pago niente, perche’ non ho nulla di cui vergognarmi: non mi pare di aver detto cose che hanno potuto penalizzarmi”.