Michele Emiliano: Panzane? Se a Berlusconi dici larghe intese lui capisce grazia

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 24 Ottobre 2013 - 19:21 OLTRE 6 MESI FA
Michele Emiliano: Panzane? Se a Berlusconi dici larghe intese lui capisce grazia

Michele Emiliano: Panzane? Se a Berlusconi dici larghe intese lui capisce grazia

ROMA – Michele Emiliano, sindaco di Bari, “indaga” su quella che Fabrizio D’Esposito del Fatto Quotidiano definisce “una panzana al di sotto di ogni sospetto”, ovvero che ci sia stato un patto segreto fra Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi in cui il primo avrebbe promesso al secondo la grazia.

Lo sostengono i falchi del Pdl e lo ha rilanciato il Fatto. Per questo il giornale di Padellaro e Travaglio è stato attaccato dalla presidenza della Repubblica: “Panzane ridicole”, sono state definite le ipotesi di un patto “tradito” pubblicate dal quotidiano.

Così non sorprende che proprio il Fatto Quotidiano segua con attenzione un’ospitata dell’inquieto Emiliano a “L’Aria che tira“, programma di Myrta Merlino su La7.

Perché in quell’occasione il sindaco barese, autorevole esponente pd fresco di endorsement pro-Renzi, si è ricordato che nella vita precedente era un magistrato:

“Ci sono Emiliano, il redivivo Giorgio Stracquadanio, ex falco del Pdl, infine Guido Crosetto di Fratelli d’Italia. Si parla del “patto” tra Colle e Berlusconi per la grazia motu proprio.

[…] Emiliano indaga: “Stiamo facendo una discussione come quelle che si fanno in una squadra mobile o in una procura antimafia. Non sappiamo quello che è avvenuto e dobbiamo farci un’idea”.

Punto di partenza: “È evidente che nel momento in cui si va da Berlusconi e gli si dice ‘rieleggiamo Napolitano e facciamo il governo delle larghe intese’, il Cavaliere che è persona dalla struttura semplice comprende che il Pd vuole salvarlo. Lo dà per scontato. L’ho compreso anche io. Ed è questo il motivo per cui ero contrario alle larghe intese. Questo è il disastro che abbiamo di fronte. Un disastro che si costruisce sul non detto e nelle istituzioni non si costruisce sul non detto.

[…] Il tradimento l’ha fatto chi pensava che Berlusconi volesse ritirarsi. Ora, chi conosce Berlusconi, poteva mai pensare che Berlusconi si volesse ritirare dalla vita pubblica? Aggiungo che, adesso, il Cavaliere vede che le persone che hanno fatto la trattativa per le larghe intese sono tutte dall’altra parte e quindi pensa di essere stato tradito. Non dimentichiamo che per lui l’accordo di governo è stato pesantissimo. Tutti i suoi elettori sono tremendamente contrari. A che è servito, allora, questo sangue elettorale versato? Dove sono i risultati per lui?”.

Il “pm” Emiliano arriva così al centro del problema. Con riferimento all’andirivieni di ambasciatori berlusconiani (Gianni Letta, Fedele Confalonieri, Renato Schifani, Renato Brunetta) sul Colle più alto di Roma e d’Italia. Dice: “Il capo dello Stato ha fatto dei discorsi stranissimi. Napolitano non ha escluso la grazia. Non ha detto, come avrebbe dovuto fare, che la grazia non è possibile visto che Berlusconi è una persona già imputata e condannata in altri processi. Non solo. Napolitano, in questa fase, apre anche un discorso su amnistia e indulto che grazie a Renzi per fortuna è già finito. Ora è chiaro, che anche senza avere la pistola fumante, in base a questi elementi investigativi, io temo che il Fatto ci abbia preso, soprattutto alla luce della reazione di Napolitano.

Perché la verità sul patto tra B. e il Colle rischia di compromettere questo castello su cui sono state costruite le larghe intese. A quel punto, se la verità dovesse venire fuori, che figura ci faremmo agli occhi dell’Europa, dove finirebbe il nostro prestigio? Faremmo la figura degli italiani all’Alberto Sordi, grande interprete dei nostri vizi, se all’estero sapessero il gioco fatto da alcune persone basandosi sul non detto”.