“Mignottocrazia e lessico da caserma”. Vendola e il linguaggio “machista” della politica

Pubblicato il 14 Settembre 2010 - 12:36 OLTRE 6 MESI FA
nichi vendola

Nichi Vendola

Basta con la “mignottocrazia”. Nichi Vendola si dice stufo del “lessico da caserma” che ha invaso il mondo della politica: “Io che sono ancora soggetto ai turbamenti rispetto all’uso di un certo linguaggio ho avuto veramente una crisi d’ansia quando ho visto che uno dei cantori storici del berlusconismo, cioé Paolo Guzzanti, definiva questo regime (sono parole sue e chiedo scusa se le ripeto) un regime di ‘mignottocrazia’, perché è l’impudicizia al potere”’.

Con queste parole il governatore della Puglia ha commentato le dichiarazioni dell’esponente del Pdl Giorgio Stracquadanio sulla legittimità di usare il proprio corpo per far carriera.

”C’è un lessico da caserma, un linguaggio – ha spiegato Vendola – machista che è diventato il linguaggio di una classe dirigente e questo è terribile. Quando l’onorevole Angela Napoli del Pdl dice che ci sono signore finite in parlamento essendosi prostituite, quello che mi colpisce non è se è vero o se è falso perché non sono in grado di esprimermi su questo, ma che sia veridico; quello mi turba e anche che questo livello di degrado dei costumi pubblici sia ormai un dato con cui ci confrontiamo quotidianamente”.

Secondo Vendola ”c’è il rischio dell’assuefazione a una caduta verticale dello spirito pubblico e anche di quegli ingredienti di civiltà che dovrebbero aiutarci dopo 100 anni di femminismo a inibire sulle nostre labbra espressioni che sono di denigrazione o di umiliazione del corpo delle donne e della loro dignità”.