Migranti e Ong, le nuove regole del governo: sequestri, multe e soccorso solo in caso di pericolo

Questo il provvedimento che, come racconta il Corriere della Sera, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il governo stanno studiando per regolamentare l’attività delle organizzazioni non governative impegnate al largo delle coste della Libia.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Novembre 2022 - 09:20 OLTRE 6 MESI FA
Migranti e Ong, le nuove regole del governo: sequestri, multe e soccorso solo in caso di pericolo

Migranti e Ong, le nuove regole del governo: sequestri, multe e soccorso solo in caso di pericolo (foto d’archivio Ansa)

Se vorranno entrare nei porti italiani le Ong dovranno dimostrare di aver soccorso imbarcazioni a rischio naufragio. Chi non lo dimostrerà e violerà il divieto subirà sanzioni amministrative che potranno consistere anche nel sequestro stesso della nave. Le Ong quindi non potranno più segnalare la propria posizione a chi è in attesa di partire dalle coste africane. E quando si soccorrerà le imbarcazioni in difficoltà bisognerà comunque avvisare le autorità del Paese più vicino comunicando il tipo di intervento che si sta effettuando.

Questo il provvedimento che, come racconta il Corriere della Sera, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il governo stanno studiando per regolamentare l’attività delle organizzazioni non governative impegnate al largo delle coste della Libia.

Gli accordi bilaterali

C’è poi la volontà di rimettere in piedi, si legge sempre sul Corriere, “quegli accordi bilaterali stretti con alcuni Paesi — in particolare la Tunisia, ma anche il Marocco, il Niger, la Nigeria e altri Stati africani — per aumentare il numero di quanti potranno giungere in Italia con flussi regolari in cambio dell’impegno a garantire il rimpatrio di chi non aveva i requisiti per arrivare. Per questo si potrebbe utilizzare il Team Europe, il progetto europeo messo a punto durante la pandemia per intervenire sulle situazioni di emergenza e l’Italia chiede di coinvolgere anche i Paesi africani in modo da destinare loro «il 10% delle risorse già allocate» e poi contribuire con altri sostegni di tipo economico”.