Migranti, Minniti: “Impennata di sbarchi a causa della fine del Ramadan da parte dei trafficanti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 29 Giugno 2017 - 13:23 OLTRE 6 MESI FA
Migranti, Minniti: "Impennata di sbarchi a causa della fine del Ramadan da parte dei trafficanti"

Migranti, Minniti: “Impennata di sbarchi a causa della fine del Ramadan da parte dei trafficanti”

ROMA – Secondo il ministro dell’Interno Marco Minniti, l’impennata di migranti e di partenze dalla Libia è “da ricondurre alla fine del Ramadan che ha determinato una ripresa a pieno regime dell’attività dei trafficanti di esseri umani”. Ma tra gli aspetti da monitorare c’è il contrasto in corso tra la guardia costiera libica e le navi di alcune organizzazioni non governative europee: “Mentre la prima cerca di impedire la partenza dei migranti – sottolinea Minniti – le ong puntano a recuperare in mare i migranti. Alla fine del Ramadan la guardia costiera libica è riuscita a stoppare 6 mila migranti, ma al contempo alcune ong straniere hanno sfidato la guardia costiera aiutando migliaia di persone pronte a partire”.

Sono 76.873 i migranti sbarcati sulle coste italiane dall’1 gennaio a oggi, il 13,43% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso quando gli arrivi furono 67.773. I porti maggiormente interessati dagli sbarchi sono, nell’ordine, Augusta (13.000 arrivi), Catania (9.620), Pozzallo (7.161), Palermo (5.799), Reggio Calabria (5.806), Vibo Valentia (5.299), Lampedusa (5.168), Trapani (4.742), Messina (3.902) e Crotone (3.224). Sempre dall’inizio dell’anno, i minori stranieri non accompagnati sbarcati sono 9.761.

Ma, come spiega Grazia Longo per Il Secolo XIX, oltre la decisione di bloccare i porti italiani alle navi straniere,

Minniti è comunque pronto anche a un piano straordinario che prevede il ricorso a mini-tendopoli, caserme, scuole, fabbricati pubblici in disuso. Le strutture sono già state individuate, a partire dal polo militare di oltre 40 ettari a Civitavecchia, fino ad alcune caserme nel Nord-Est, Piemonte e Lombardia. Ma si tratta solo di una strategia operativa d’urgenza che per il momento resta sulla carta. E non solo perché siamo ancora al di sotto dei 200 mila migranti, ma soprattutto perché si vogliono evitare conflitti inter istituzionali, tra Comuni, Regioni e Prefetture, e si vuole evitare di incendiare un’atmosfera già calda. La soluzione deve arrivare dall’Europa.