Caso Milanese: Capaldo potrebbe lasciare l’inchiesta sugli appalti Enav

Pubblicato il 2 Agosto 2011 - 11:54 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo potrebbe al più presto lasciare l’inchiesta sugli appalti Enav. La decisione sarebbe collegata agli sviluppi della vicenda relativa alla partecipazione dello stesso procuratore aggiunto ad un pranzo, nello scorso dicembre, con il ministro Giulio Tremonti al quale prese parte anche Marco Milanese, ex consulente del ministro. Un’inchiesta, quella sugli appalti Enav, che verte anche sugli appalti alla Selex Sistemi Integrati, società della quale è amministratore delegato Marina Grossi, moglie del presidente di Finmeccanica Pier Luigi Guarguaglini.

L’indagine è nata da una costola degli accertamenti sull’ ‘affaire’ Digint, la società partecipata al 49 percento da Finmeccanica entrata nel mirino dell’imprenditore Gennaro Mokbel, imputato nel processo per il maxi riciclaggio di due miliardi di euro che interessa anche Fastweb e Telecom Sparkle, e oggetto di una presunta azione di riciclaggio di oltre otto milioni di euro.

Dalle dichiarazioni di due indagati, Lorenzo Cola, già consulente esterno di Finmeccanica, e di Marco Iannilli, commercialista, sono scaturiti gli accertamenti sugli appalti Enav ed in uno dei filoni di questa indagine è coinvolto Marco Milanese per la vendita ad una società, l’Eurotec, di una barca acquistata in leasing dal deputato Pdl. Gli inquirenti hanno indagato Milanese per finanziamento illecito poiché la barca è stata venduta ad un prezzo di gran lunga superiore al suo valore.

Un espediente, secondo la procura, per contraccambiare la nomina di Fabrizio Testa a presidente di Technosky, società controllata da Enav. Intanto sono al vaglio della procura generale presso la corte di Cassazione e del Csm i documenti relativi al caso del pranzo di Capaldo con Tremonti. Si tratta, in particolare, del verbale di interrogatorio dello stesso Milanese davanti ai pm napoletani, in cui si parla di quel pranzo e della relazione fatta da Capaldo sulla circostanza e del verbale di dichiarazioni spontanee di Fabrizio Testa, presidente di Technosky.

Gli atti, raccolti dal procuratore Giovanni Ferrara, erano stati girati alla procura generale presso la corte di appello di Roma. Il responsabile dell’ufficio, Luigi Ciampoli, ha a sua volta trasmesso il carteggio alla Cassazione, per la valutazione di eventuali profili disciplinari, ed all’organo di autogoverno dei giudici che sul caso ha aperto una pratica.