Milano, la Lega Nord contro la lista degli stranieri: “In Comune non entrino kamikaze”

di Davide Maggiore*
Pubblicato il 7 Dicembre 2010 - 12:16 OLTRE 6 MESI FA

Lui c’era, sotto il tendone del teatro milanese Ciak, dove veniva presentata ‘Milano Nuova’, quella che è stata subito definita ‘la lista degli stranieri’ per le Comunali milanesi. Ma pur essendoci, Ivan Iezzi, segretario provinciale della Lega Nord. non era d’accordo, e non ha tardato a farlo capire: le istituzioni «dovranno vigilare affinché a Palazzo Marino non entrino kamikaze», ha dichiarato. A smorzare i toni ha provato l’aspirante sindaco, Abdel Hamid Shaari, presidente del Centro culturale di Viale Jenner, la cui moschea è stata chiusa dal ministro Maroni per  sospette infiltrazioni di fondamentalisti. «Il nostro è un laboratorio per contribuire al cambiamento della città. Non abbiamo sponsor, né padrini politici, né consolati alle spalle. Con noi ci sono cittadini cinesi, dal Bangladesh, dall’Eritrea e dalle Filippine, ma anche tanti italiani», ha detto l’architetto di origine libica, ma trapiantato sotto il Duomo da un trentennio.

Abdel Hamid Shaari e il simbolo di 'Milano Nuova'

A rafforzare le sue parole il tavolo dal quale è stato letto il programma elettorale: seduti intorno c’erano Mohammed Hammadi, cittadino italiano di origine siriana (che a Sesto San Giovanni è stato consigliere comunale per i Ds), il peruviano Roberto Reyer, mediatore culturale, ma anche un’insegnante italiana, Annalisa Mortirolo. E c’era il rifugiato politico romeno Iulian Curulea, che ha citato il manifesto della lista: «Noi vogliamo solo occuparci di problemi concreti: il traffico, lo smog, la casa, la precarietà del lavoro, il rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti fra i quali quello di culto per tutte le fedi in luoghi dedicati e dignitosi. E chiederemo a tutti i nostri candidati il certificato penale».  E sull’allusione ai kamikaze, è stato chiaro: «Siamo laici, non integralisti. Ci interessano i valori, in questa città ormai l’ultima coscienza morale è il cardinale Tettamanzi».

Ma la presentazione dell’iniziativa multietnica, a poche settimane dall’ufficializzazione del nome di Giuliano Pisapia come sfidante di centrosinistra contro Letizia Moratti, ha di fatto acceso la campana elettorale in vista delle Comunali della prossima primavera. E a ‘Milano Nuova’ non sono stati risparmiate critiche. Con il Carroccio in prima fila. «Non vorrei trovarmi in futuro a dover combattere politicamente formazioni estremiste come nei paesi fondamentalisti», ha dichiarato il presidente del consiglio regionale lombardo, Davide Boni. E l’europarlamentare Matteo Salvini ha definito la lista «una vergogna e un pericolo».

Fredde, invece le reazioni dal Pdl, col vicesindaco Riccardo De Corato, che ha minimizzato: su un milione di elettori milanesi, ha pronosticato «al massimo prenderanno lo 0,3 per cento». E il compagno di partito Carlo Fidanza, europarlamentare e consigliere in Comune, ha mostrato sicurezza: «gli stranieri per bene, desiderosi di integrazione, non si presteranno a questa clamorosa patacca mediatica, che alimenta separazione, autoesclusione ed estremismo». Ma la scelta della ‘lista degli stranieri’ di presentarsi da sola al primo turno fa anche del Pd un avversario che non risparmia colpi: «È un pericoloso precedente che aumenterà le tensioni perché divide i cittadini. Una lista etnica con forti connotazioni religiose ed islamiche non aiuta l’integrazione», ha accusato Roberto Caputo, vicecapogruppo democratico alla Provincia di Milano.

* Scuola di giornalismo Luiss