Milano moda: le critiche del New York Times a uno stile “velinaro”, colpa di Berlusconi. Le reazioni

Pubblicato il 29 Settembre 2009 - 11:47 OLTRE 6 MESI FA

Tutta colpa di Berlusconi (Blame on it Berlusconi), è l’impietoso giudizio del New York Times sulla moda italiana: in realtà il titolo, come spesso accade, semplifica  l’articolo e il ragionamento di Suzy Menkes, famosa e temuta critica di sfilate, che strapazzando i nostri più celebrati stilisti, Armani in testa, ha voluto sintetizzare i motivi per cui la moda italiana avrebbe perso la sua identità per rincorrere il look svestito e chiassoso della velina nostrana, assurta a simbolo di prototipo  femminile perfetto per i famigerati festini del Cavaliere.

Apriti cielo: il Giornale stigmatizza in prima pagina i commenti della critica “con la banana in testa”, colpevole di buttarla in politica e immediatamente arruolata tra le schiere dei cospiratori “antitaliani”. L’equazione è semplice: si attacca Armani per colpire Berlusconi, gesto calibrato e inaudito di lesa maestà per interposto sovrano. Reazioni piccate e offese naturalmente anche dalle case di moda italiane che non si spiegano quello che giudicano un livore eccessivo se non con la volontà di affossare il made in Italy a vantaggio di Parigi, o Londra o  New York.

A guardar bene la recensione ottimamente scritta e ben argomentata sulla settimana milanese della Menkes,  ci si rende conto che non si tratta di una generica sparata nel mucchio. Certo la collezione Emporio Armani ne esce con le ossa rotte, un cambio di stile ingiustificato e mal riuscito, Cavalli ha perso lo smalto, Bottega Veneta e Pucci non si capisce perchè abbiano rinunciato alla tradizionale linea di eccellenza sartoriale. Ma Dolce & Gabbana hanno fatto un’ottima impressione, così come la collezione Gucci firmata da Frida Giannini.

Il punto è che le prodezze berlusconiane hanno fatto ormai il giro del mondo: si strumentalizza a più non posso e non ci si può stupire che non ci si faccia mai mancare un titolo che vi alluda esplicitamente. Strumentalizzazione per strumentalizzazione, non è colpa della Menkes se la crisi deprime il mercato del lusso, se Armani è invecchiato, se le donne italiane che recitano il glamour lo facciano come delle volgari “bimbo” (sciacquetta, inelegante  –  ndr.) adatte solo per un beach party o un festino in villa.

Le veline non le ha inventate la critica “con la banana in testa”.