Milleproroghe, la Consulta fissa i paletti e cita Napolitano

Pubblicato il 16 Febbraio 2012 - 18:32 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Nella sentenza con la quale ha bocciato la 'tassa sulla disgrazia' (N.22, giudice redattore Gaetano Silvestri), la Consulta rimarca i ''paletti'' che devono essere rispettati dai decreti legge 'milleproroghe', che ''con cadenza ormai annuale'' vengono convertiti in legge dalle Camere. E cita i messaggi alle Camere sull'argomento del capo dello Stato.

Sebbene attengano ad ''ambiti materiali diversi ed eterogenei'', devono comunque ''obbedire'' a una ''ratio unitaria'': quella di ''intervenire con urgenza sulla scadenza di termini il cui decorso sarebbe dannoso per interessi ritenuti rilevanti dal Governo e dal Parlamento'', o ''di incidere su situazioni esistenti,che pur attinenti ad oggetti e materie diversi, richiedono interventi regolatori di natura temporale''.

Interventi rispetto ai quali e' ''del tutto estranea'' ''la disciplina 'a regime' di materie o settori di materie'', che invece deve percio' essere ''oggetto del normale esercizio del potere di iniziativa legislativa''. E se il governo ritiene che ci siano comunque dei profili di necessita' e urgenza, puo' sempre inserire queste discipline in decreti legge ''distinti e separati'' dal Milleproroghe.

E' invece in contrasto con l'articolo 77 della Costituzione ''la commistione e la sovrapposizione, nello stesso atto normativo, di oggetti e finalita' eterogenei, in ragione di presupposti, a loro volta, eterogenei''.

La necessaria omogeneita' del decreto-legge ''deve essere osservata'' anche dalla legge di conversione, ammonisce la Consulta; un principio che -ricorda la Corte- e' stato recepito dal regolamento della Camera dei deputati, sostenuto nella lettera inviata il 7 marzo 2011 dal Presidente del Senato ai Presidenti delle Commissioni parlamentari e soprattutto richiamato in piu' di un'occasione dal capo dello Stato; come nel messaggio del 22 febbraio dell'anno scorso inviato da Napolitano ai presidenti delle Camere e al premier proprio durante la conversione del Milleproroghe, oggetto della pronuncia della Consulta.