Fontana (Lega): “Stop riconoscimento figli coppie gay”. Spadafora (M5s): “Basta propaganda”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Luglio 2018 - 15:31 OLTRE 6 MESI FA
Lorenzo Fontana, il ministro della famiglia: "Stop al riconoscimento dei figli di coppie gay" (foto Ansa)

Lorenzo Fontana, il ministro della Famiglia: “Stop al riconoscimento dei figli di coppie gay” (foto Ansa)

ROMA – E’ scontro al governo tra il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana (Lega) e il sottosegretario alla Presidenza con delega alle Pari opportunità Vincenzo Spadafora (M5s) sul riconoscimento dei figli delle coppie gay.

Il ministro della Famiglia [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Lorenzo  Fontana vuole fermare il riconoscimento dei figli delle coppie gay.  “Il diritto di famiglia non può tenere in conto il riconoscimento di genitorialità di bambini concepiti all’estero da coppie dello stesso sesso, tramite pratiche vietate come la maternità surrogata o l’eterologa, non consentita a coppie omosessuali”. Esponendo le linee programmatiche del ministero durante un’audizione alla Commissione Affari sociali, il ministro per la Famiglia e le Disabilità, Lorenzo Fontana, ha aggiunto inoltre che “va fatto rispettare il divieto”.

Poco dopo a Fontana risponde Vincenzo Spadafora che invita il ministro a “fermare la propaganda”.

Secondo il ministro Fontana, va evitato che il ricorso all’estero di queste pratiche, definite “una visione che tradisce un’impostazione adultocentrica in conflitto con l’interesse superiore del bambino”, si traduca in un aggiramento del divieto in Italia.

Gli altri temi toccati dal ministro Fontana durante l’audizione.

Famiglia. “La famiglia deve essere considerato un investimento e non una spesa – spiega il ministro -. Il capitale famiglia rappresenta infatti un investimento per il welfare, per il futuro e in termini di Pil. Ogni anno perdiamo in termini demografici una città come Padova. Un problema non certo risolvibile solo allargando le maglie dei flussi migratori”.

“La famiglia oggi è l’avamposto di trincea dello Stato sociale ed è nostro dovere aiutarla con tutti i mezzi – aggiunge -. L’attuale sistema di welfare fiscale e sociale si è dimostrato del tutto inadeguato a rispondere alle esigenze delle famiglie e ancor più a tutelare e promuovere i diritti delle persone con disabilità. Di fatto il sistema di scaglioni, detrazioni e deduzioni vigenti finisce col penalizzare fortemente le famiglie monoreddito. A dispetto del dettato costituzionale, il sistema tributario non tutela le esigenze delle famiglie, in particolare di quelle numerose, che finiscono per diventare gli anelli più fragili della catena fiscale”.

Adozioni. Fontana propone nuove politiche per le adozioni internazionali. “Non posso non soffermarmi sulla materia delle adozioni internazionali e nazionali, un settore rivolto ai più deboli: i bambini in stato di abbandono, con le loro storie, i loro traumi e le loro speranze, ma anche le coppie che aspirano a concretizzare il loro desiderio di genitorialità. In questo settore l’Italia si conferma un Paese di grande accoglienza con una significatività non solo nei numeri ma anche per la generosissima disponibilità ad adottare bambini con disabilità. E’ innegabile tuttavia che negli ultimi anni ci sia stata una sensibile contrazione delle adozioni nel nostro Paese, trend comunque confermato a livello mondiale. Nel 2018, le stime ci dicono che per la prima volta in Italia le adozioni scenderanno sotto quota mille, anche se il nostro, rimane tra i principali Paesi di accoglienza, secondo soltanto agli Stati Uniti”.

“Sui tempi di istruttoria si deve intervenire – aggiunge – Al momento, variano da Regione a Regione in base all’organizzazione dei servizi sociali e psicologici e delle prassi operative adottate dai Tribunali competenti. Nella realtà italiana, tra attività istruttoria e decreto di idoneità delle coppie, si impiega più di un anno. Da più parti viene sollevata la necessità di garantire la gratuità del percorso adottivo.

Ritengo, a tal proposito che sia necessario ripensare ad una diversa tipologia di sostegno economico per le coppie che hanno concluso un percorso adottivo, soprattutto di tipo internazionale, o rivolto a minori con disabilità al fine di aiutare concretamente quelle con i redditi più bassi. Agendo sulle deduzioni delle spese sostenute – conclude – e con contributi finanziari calibrati”.