Blitz in Medio oriente, il Patriarca di Gerusalemme: “Israele sta perdendo la testa”
“Essere veramente amici di Israele significa avere il coraggio di dire: queste cose non si fanno, stai perdendo la testa”. È il messaggio che invia il Patriarca Latino di Gerusalemme Fuad Twal alla comunità internazionale che ha espresso condanna unanime per il blitz, rimanendo però su una posizione cauta nei confronti dello Stato ebraico.
Con il pensiero rivolto al presidente americano Barack Obama, il patriarca ha osservato, tra i sospiri: “ci ha dato molte speranze, crediamo ancora nella sua politica. Ma siamo stanchi di parlare di processi di pace, noi vogliamo la pace, la vogliamo da 60 anni”, ha detto Twal incontrando i giornalisti nella sede del Patriarcato a Gerusalemme al termine di un colloquio con il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi, da oggi in Israele e attesa domani in Cisgiordania.
C’è una amicizia di vecchia data che lega Craxi a Twal: quest’ultimo è stato infatti vescovo di Tunisi per 13 anni ed è anche colui che ha celebrato ad Hammamet i funerali del padre di Stefania Bettino Craxi.
“Pace significa sacrifici, ma dove sono i sacrifici?” si chiede il religioso sottolineando come i fatti avvenuti ieri nelle acque internazionali al largo della striscia di Gaza “non fanno che rafforzare gli estremismi ed indebolire i moderati”.
Alla domanda di descriverci la vita a Gaza, il patriarca che nella striscia fa spole continue, “dalla mattina alla sera”, racconta: “chi non mangia e non si può curare si converte per necessità in terrorista”.
Per gli attivisti detenuti in queste ore nelle carceri di BerSheeva, il Patriarca di Gerusalemme dice che “non scenderà in piazza”, ma assicura che “pregherà per loro”.
“La Chiesa – aggiunge – vuole la libertà di movimento: vi pare possibile che il parroco di Betlemme non può venire a pregare qui. Se Israele è il Paese democratico che dice di essere rispetti la democrazia”.