Montezemolo, discesa in campo col condizionale: “Alle elezioni potrebbe esserci una lista civica nazionale”

Pubblicato il 26 Novembre 2010 - 20:34 OLTRE 6 MESI FA

Luca Cordero di Montezemolo

Ma allora si candida o no? ”Ci potrebbe essere una grande lista civica nazionale con un obiettivo preciso e che pensi a un bipolarismo che non è quello di adesso che non funziona più”. Quella di Luca Cordero di Montezemolo somiglia a una ufficiale discesa in campo, ma usando il condizonale è come se si lanciasse per poi prendere subito le distanze.  A leggere le parole di Menotezemolo, comunque, è chiaro l’ambito politico scelto: ”Il centrodestra non ha mai offerto un’alternativa a Berlusconi in questi vent’anni. Oggi il centrosinistra ha fatto un partito democratico che però è vicino ai Ds più che al Partito Democratico”.Quindi punterebbe al centro, come i pronostici di sempre dicono.

“Se guardo alla seconda repubblica vedo che è stata un fallimento della classe dirigente politica. Occorre introdurre nuovi protagonisti prendendoli tra i giovani, il mondo della scuola e delle professioni”. Secondo Montezemolo, ”ci sono anche tra il centrodestra e il centrosinistra coloro che non si ritrovano in questa politica che non rappresenta più la realtà”.

”Sarebbe un forte fallimento per la maggioranza se si dovesse tornare alle elezioni dopo solo due anni. Io – ha aggiunto Montezemolo- preferisco che si arrivi alla fine e che si faccia la riforma della legge elettorale. Forse ci dovrà essere un nuovo passaggio per non ritrovarsi nel teatrino di quella politica che nessuno più riconosce”.E qui il discorso somiglia tanto alle parole di Fini, che proprio oggi ha detto che le elezioni anticipate sarebbero un danno, meglio cambiare la legge elettorale prima. ”Il centrodestra ha vinto le elezioni perché c’era la peggior maggioranza che la Repubblica ha avuto”, dice Montezemolo spiegando i motivi della vittoria alle ultime elezioni di Silvio Berlusconi. ”C’è un’opposizione – ha spiegato – che in questi due anni ha guardato dal buco della serratura, è andata sui tetti ma non ha espresso una cultura alternativa”. ”Anche l’ultimo governo del centrosinistra – ha concluso – è stato in piedi per un po’, poi è andato in agonia”.

”Da vent’anni abbiamo una trentina di persone che cambiano i nomi ai partiti come fossero dei marchi. Si spostano un po’ – ha aggiunto – ma sono sempre gli stessi. E’ una situazione che non ha uguali in Europa e non è solo il caso di Berlusconi, più unico che raro, ma di tutti i partiti in generale”. Il presidente della Ferrari si è detto preoccupato per l’astensionismo che sta prendendo piede soprattutto tra i giovani e che, secondo i suoi dati, ”è più vicino al 40% che al 30% e riguarda entrambi gli schieramenti”. ”Tra i giovani – ha spiegato – è visto come l’unica arma per cambiare le cose. E’ un segnale di insoddisfazione da entrambe le parti”.