Monti, c’è “polvere sotto il tappeto”. Fassina: “7 mld di spese non pagate”

Pubblicato il 7 Febbraio 2013 - 16:55| Aggiornato il 8 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Mario Monti ha lasciato della “polvere sotto il tappetto”, aveva detto Pier Luigi Bersani. E cos’è quella polvere sotto il tappeto? “Sette miliardi di spese non pagate”, spiega Stefano Fassina. Sette miliardi di ‘debiti’ che non permetteranno al prossimo governo di raggiungere il pareggio di bilancio. 

In quei sette miliardi ci sono le spese di cassa integrazione, missioni militari, contratti di precari della pubblica amministrazione, degli asili nido e dei pronto soccorso, che ricadranno inevitabilmente sul prossimo governo. “Un debito superiore a quello lasciato dal governo Berlusconi”, anche se “le principali responsabilità sono dell’esecutivo del Cavaliere”, chiarisce il responsabile economico del Partito Democratico.

Fassina mette le mani davanti e chiarisce che il Pd, se vincerà alle elezioni, non potrà raggiungere il pareggio di bilancio. Chiede a Monti “un’ammissione di responsabilità sulle voci di spesa che sono state eluse e rappresenteranno un problema per la prossima legislatura”.

La “polvere sotto il tappeto”, precisa Fassina al Corriere.it, è costituita da “6-7 miliardi di euro. E mi riferisco a partite importanti che non sono state coperte e che verranno coperte da chi arriva dopo. Parlo della cassa integrazione in deroga per migliaia di lavoratori, nel 2012 e 2013, parlo delle missioni militari che non sono state finanziate, delle convenzioni con contratti di servizio che non sono state rifinanziate. E poi i contratti dei precari della pubblica amministrazioni, chi lavora nei pronto soccorso o negli asili nido, ad esempio. Funzioni essenziali”.

Per trovare i soldi Fassina non pensa “a nuove tasse o altri tagli. Ma il problema va posto a Bruxelles. Altrimenti la spirale recessiva, la chiusura delle fabbriche, i licenziamenti, non finisce mai. E vorrei che Monti, prima di lasciare Palazzo Chigi riconoscesse il problema”.

Fassina definisce il centrosinistra “l’unica forza politica che punta a governare il Paese. Le altre forze cercano di non consentirci di governare”. Ma in caso di una situazione di ingovernabilità, è la tesi di Fassina, “si cambia la legge elettorale e si torna a votare”.