Monti: “Pareggio in bilancio era necessario nel 2013, italiani comprendano”

Pubblicato il 25 Maggio 2012 - 00:47 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ”Diventero’ brigatista perche’ mi manca il pane”. Mario Monti abbassa lo sguardo, mentre ascolta uno dei tanti ‘volti’ scelti da Corrado Formigli per fare della lunga intervista al premier a ‘Piazza Pulita’ una occasione speciale. Su La7 va in scena ‘la crisi’: dalla Grecia a Bruxelles, da ogni angolo d’Italia fino all’Islanda. E Monti chiede  ”comprensione agli italiani se siamo stati un po’ brutali nel richiedere sacrifici”, ma ancora una volta ribadisce che non c’erano e non ci sono alternative, che ”non si poteva dire no al pareggio di bilancio nel 2013”, perche’ ”le conseguenze sarebbero state incalcolabili”.

La Grecia e’ li’, ”ha perso sovranita’, un’umiliazione pazzesca…”. E noi potevamo essere in una situazione non dissimile se non avesse raddrizzato la barra ”un governo modesto”, che ”e’ una parentesi e cerca di risolvere almeno i piu’ gravi dei problemi del paese, destinato ad essere impopolare ”.

Ora va meglio, ”l’Italia e’ piu’ avanti della Spagna e della Francia sulla ristrutturazione”. E parla ”quasi da pari a pari con Germania, sperando presto di togliere il quasi”. Ma non e’ lontano il ricordo delle risatine di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, entrambe puniti dalla urne. Cosi’ come e’ vivo quello ”del momento piu’ umiliante, quando al G20 di Cannes ci furono pressioni sul governo italiano perche’ si sottomettesse al FMI”.

A ottobre 2011 il rischio e’ stato quello di non poter pagare gli stipendi degli statali. Anche se ancora ”l’Italia deve scontare un passato un po’ esuberante e senza riforme”, si potra’ ”uscire dal tunnel abbastanza presto”. Servono pero’ decisioni comuni con i partner europei e ”al vertice di Bruxelles del 28 giugno ne verranno prese di forti”, all’insegna della crescita e non solo della disciplina. Tutti sono sulla stessa barca: ”Se salta un Paese e’ un problema per tutti”, ammonisce Monti.

”Gli sforzi di ciascuno rischiano di essere vani se cresce la sfiducia nell’Euro”, e anche la ”Cara Merkel” – alla quale il premier italiano si rivolge direttamente – deve comprendere che ”l’Europa unita e’ interesse della Germania” non meno che dei paesi piu’ deboli. ”Avremo gli eurobond – ribadisce a sera il presidente del Consiglio – ma serve l’ok di Berlino”.

Ma quando Monti restituira’ la chiave ai partiti? E’ una delle domande piu’ ‘politiche’ delle oltre due ore di trasmissione. ”Non ci sono chiavi perche’ i partiti hanno porte aperte e mura trasparenti – glissa il premier -, non ci saranno chiavi che del resto io non detengo”. Il premier si sente ”sostenuto dai partiti”, pur nelle ”forme, nervosismi, visioni” che forse al professore prestato alla politica restano estranee ma ”anche con sacrifici rilevanti e per senso responsabilita”.

Ancora c’e’ tempo per parlare di fisco (”non vendo promesse, non posso dire che l’Iva non salira’ al 23%), banche (”e’ sbagliata la vendetta popolare, spetta allo Stato tutelare i clienti”), privatizzazioni (”ci penserei due volte ora prima di vendere pezzi dello Stato”), Rai (”ci sono spazi prima per migliorare la governance e poi per le nomine”), Fiat (”delocalizzare e’ giusto ma resti in Italia per attrarre”).

E un omaggio sentito va al Capo dello Stato: ”la Grecia non ha avuto il presidente Napolitano, la sua decisione e quella molto responsabile dei partiti sono state un passo importante per evitare al Paese il destino greco”.