Monti “salvo” con il 10%, Fini e Casini no

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Febbraio 2013 - 19:57| Aggiornato il 4 Agosto 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – A un certo punto, dopo i primi instant poll e le prime proiezioni, sembrava che la coalizione guidata da Mario Monti non riuscisse addirittura ad entrare in Parlamento: invece “Scelta civica” dovrebbe avercela fatta. Quasi 10,5% alla Camera (38 deputati, secondo l’ultima proiezione di Piepoli per la Rai) e 9,2% al Senato (20 senatori), secondo i dati parziali con oltre un terzo delle sezioni scrutinate alla Camera e quasi tre quarti delle sezioni scrutinate al Senato.

Non ce la fanno, invece, l’Udc di Pierferdinando Casini e Fli di Gianfranco Fini, che alla Camera, dove si sono presentati separati da Monti, racimolano l’1,5% (Udc) e meno dello 0,5% (Fli). Si mantengono quindi sotto la soglia di sbarramento del 2% che serve alle liste che sono in una coalizione per entrare alla Camera. L’Udc dovrebbe risultare il “miglior perdente” (vedi sistema elettorale), ma i seggi racimolati dalla coalizione sono così pochi che non consentirebbe ai casiniani più di uno o due posti da deputati.

Monti, o meglio la sua lista, entra in Parlamento, ma il risultato che si profila nelle due Camere condanna il Paese all’ingovernabilità e il polo di centro all’irrilevanza. In nessuna delle combinazioni i deputati e i senatori di Scelta Civica risultano decisivi per la formazione di un governo.