Monti e Scelta Civica al bivio. Fine ingloriosa dei tecnici

di Warsamè Dini Casali
Pubblicato il 16 Maggio 2013 - 13:21| Aggiornato il 17 Maggio 2013 OLTRE 6 MESI FA
Monti e Scelta Civica al bivio. Fine ingloriosa dei tecnici

Mario Monti

ROMA – Monti e Scelta Civica al bivio. Fine ingloriosa dei tecnici. La fulminante carriera politica di Mario Monti è oggi a un passo decisivo. L’Assemblea di Scelta Civica deve decidere il suo futuro (ma a Italia Futura già pensano chiudiamola qui), se restare movimento o farsi partito strutturato, come rilanciare l’immagine dell’ex presidente del Consiglio Monti.

O, se la situazione dovesse precipitare essendosi sciolto il cemento dell’alleanza causa debacle elettorale, ognuno per la sua strada. L’Udc libera di tessere altre trame. Montezemolo libero di rinfacciare errori e leadership intermittente allo stesso Monti.

Scelta Civica si rilancia se converge sul documento dei ’33 (messo a punto da Pietro Ichino con Stefania Giannini, Tito Dimaggio e Mariano Rabino e firmato da un gruppo composito in cui figurano, ad esempio, sia il braccio destro di Montezemolo sia di quello di Andrea Riccardi, Mario Marazziti): quindi nuova governance, processo costituente, rilancio del ruolo da leader di Mario Monti.

Scelta “cinica”, se le varie componenti prendono atto che tra voto e formazione del nuovo governo la supposta centralità montiana non esiste più e allora ognun per sé e Dio per tutti. Del resto il rilancio dell’immagine di Monti, sola ragione condivisa nell’ennesimo partito carismatico, appare impresa più che ardua. Sembra passato un secolo dal Monti salvatore della Patria, addirittura dell’euro, prima che le massicce iniezioni di liquidità della Bce di Mario Draghi mostrassero chi veramente stesse tenendo in piedi l’Europa

Solo pochi giorni fa la Corte dei Conti ha letteralmente strapazzato quel che resta delle leggi montiane. I magistrati contabili hanno bocciato leggi di stabilità e decreto sviluppo: troppo ottimistiche le stime di gettito, emendamenti approvati senza relazione tecnica o con il visto negativo dell’Economia, provvedimenti disorganici, mancanza di respiro…

Per la Corte dei Conti, di eredità Monti si dovrà parlare forse fin troppo presto: “un netto peggioramento dei saldi di bilancio” è l’annuncio neanche troppo mascherato di una manovra correttiva.

L’epoca Monti resterà indissolubilmente legata alla sua qualifica di “ tecnico“, variante democratica della sospensione delle normali condizioni di esercizio del potere. Non siamo certo ai “colonnelli”, ma ci fosse un indice che rileva la democrazia percepita, il raccomandarsi di una nazione alle cure del “tecnico” di turno scivolerebbe agli ultimi posti della desiderabilità. Il voto del resto è il miglior sondaggio possibile.

E’ facile e scorretto scambiare le cause per gli effetti, ma in politica ciò che appare è. I mercati con Monti in carica erano spauracchio e monito, chiamavano tagli e licenziamenti, austerity, lacrime e sangue. Gli stessi mercati salutano invece oggi  il pur fragilissimo governo Letta “Sotto il segno del Toro” (Italia Oggi 13 maggio): da aprile Piazza Affari è cresciuta del 15%, in un anno del 40%, lo spread è in picchiata e comincia a sorridere anche l’economia reale.

Anche Sergio Romano, autorevole editorialista del Corriere della Sera che aveva scommesso sul professore al governo e alle elezioni, appare meno indulgente nel criticare l’azione dei tecnici. Pur lodando le buone intenzioni e riconoscendo il carattere emergenziale ed estemporaneo della sua azione, deve ammettere “l’incidente” degli esodati e il fallimento della riforma del lavoro dove sui licenziamenti resta l’ultima parola ai giudici e dove sui contratti precari ha imposto regole più restrittive: scoraggiando in due mosse gli investitori stranieri spaventati dalla giustizia italiana a investire in Italia e i datori di lavoro italiani ad assumere.

Un esempio di sventatezza e approssimazione? Per coprire il buco finanziario dell’Aci, i “tecnici” hanno pensato bene di scaricarne i costi sul cittadino/utente, aumentando del 30% le tariffe sulle pratiche auto. Difficile per Scelta Civica intestarsi questo genere di successi. Certo, minimizza qualcuno all’interno di Scelta Civica, “se alle elezioni avessimo avuto il 20% tutti questi problemi non si sarebbero. Saremmo tutti amici”.