Monti a Le Figaro: “Gli italiani hanno capito le tasse”

Pubblicato il 5 Gennaio 2012 - 15:48 OLTRE 6 MESI FA

PARIGI – Gli italiani non sono proprio contenti di pagare le tasse, ma tutto sommato hanno accettato la pesante manovra del governo Monti. Il presidente del Consiglio, intervistato da Le Figaro, ha elogiato la “flemma tutta britannica” con la quale gli italiani hanno accettato “misure molto pesanti”. La motivazione? Secondo il premier le “sole tre ore di sciopero” proclamate nei confronti dei provvedimenti.

Monti ha detto: “L’Europa non deve più avere paura dell’Italia”. Sembra quasi una rassicurazione in vista dell’incontro di Parigi con Nicolas Sarkozy e quello successivo di Berlino con la cancelliera Angela Merkel.

Nel colloquio, il presidente del Consiglio mette sul tavolo le misure, approvate in tempi brevissimi, dal nostro Paese per salvare l’Italia dal rischio Grecia. Rivendica il lavoro fatto fin qui che, sottolinea, è stato riconosciuto da tutti gli analisti. Quanto alla solidità del suo esecutivo, osserva: “Il mio governo può cadere domani, non siamo qui per sopravvivere ma per fare un buon lavoro”. Quindi elogia gli italiani che, spiega Monti al quotidiano francese, avrebbero accolto con “flemma britannica” le misure “molto pesanti” varate dal governo.

Poi una stoccata al governo Berlusconi, colpevole di non aver voluto ammettere la gravità della crisi e quindi non aver predisposto misure adeguate a evitare l’aggravarsi della situazione. Ma Monti non esime dal mettere in guardia anche i due leader che a breve lo ospiteranno prima a Parigi e quindi a Berlino: Francia e Germania sono i due paesi più grandi dell’Ue ma, sottolinea, “non possono decidere per tutti gli altri”. Monti poi spiega che l’Italia è “vittima” di un “rischio-euro” e sottolinea che il fondo salva-Stati è ancora “insoddisfacente” e bisogna “eliminare questo rischio”.

“I nostri fondamentali sono buoni, se non molto buoni”, dice Monti rispondendo a una domanda del quotidiano ‘Le Figaro’ sulle cause dell’attacco dei mercati contro l’economia italiana l’estate scorsa, mentre gli indici economici erano piuttosto buoni. L’Italia, spiega Monti, “non ha avuto il grande boom immobiliare della Spagna, o quello finanziario dell’Irlanda che si sono rivelati nefasti. Le famiglie italiane hanno un tasso di risparmio reale molto alto. E fanno poco ricorso all’indebitamento”.

E poi, argomenta il premier, “il settore bancario si è tenuto lontano dalle sofisticate operazioni finanziarie che hanno colpito il mondo anglosassone. La crisi dell’economia reale è stata meno grave che in alcuni paesi. Quanto al debito pubblico, resta contenuto”. Ma se quindi i “fondamentali” sono buoni, come chiarisce Monti, le ragioni dell’attacco speculativo vanno cercate altrove.

“I mercati hanno attaccato l’Italia a metà 2011, più tardi di altri paesi. Due le ragioni: la maggioranza di governo ha rimesso in questione la sua politica di austerità di bilancio dopo le elezioni regionali con cattivi risultati di maggio, cosa che ha destabilizzato i mercati. Il governo precedente, inoltre, – evidenzia Monti – non ha voluto ammettere la forte insufficienza della crescita e ha trascurato le politiche sulle liberalizzazioni che avrebbero rimediato a questa carenza”.

Il pericolo in cui si dibatteva l’Italia, continua Monti, è stato superato grazie alle misure varate dal governo. “Misure molto pesanti” che, dice il premier, sono state accolte con “flemma britannica” dagli italiani, consapevoli della gravità della situazione. Gli italiani ”hanno mostrato un senso di responsabilità ammirevole. Hanno compreso che i vincoli europei vengono imposti a favore delle generazioni future” tanto che, a fronte di una manovra così pesante, ci sono state solo tre ore di sciopero.

Quanto all’Ue, Monti evidenzia come in Italia ci sia “una materia prima molto rara in Europa, un consenso di fondo dell’opinione pubblica a favore dell’integrazione europea. Io sono stato commissario europeo per 10 anni. Il presidente della Repubblica è un europeista molto convinto. Abbiamo messo l’Europa al centro delle nostre preoccupazioni”. E quindi nel quadro di un’Europa forte e coesa, “l’armonia franco-tedesca è una condizione necessaria per il buon funzionamento e sviluppo dell’Europa, ma non sufficente. Due paesi su 27, fossero anche i due più grandi, non possono decidere per tutti gli altri”.

Sul rapporto con la Francia di Sarkozy, Monti spiega che con il presidente francese c’è piena sintonia sulla “governance economica dell’Europa” ma, aggiunge, “forse io sono più convinto rispetto alla Francia dell’importanza di associare a questa costruzione europea” anche la Gran Bretagna. Infine, sull’acquisizione del gruppo italiano Edison da parte dei francesi di Edf, viene chiesto a Monti se sia stata rivista la difesa dell’italianità dal governo Berlusconi: “Ci sentiamo molto europei. Riteniamo che tutto lo spazio europeo dovrebbe essere aperto a tutte le aziende europee, senza restrizioni di nazionalità”.

Intanto, il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker , durante un incontro con la stampa lussemburghese, ha lanciato oggi l’allarme: “L’Europa, soprattutto nell’eurozona, è sull’orlo di una recessione di cui non si conosce l’ampiezza”.

“Il 2011 potrebbe essere un giorno considerato come un anno migliore del 2012, a meno che non abbiamo molta fortuna”, ha sottolineato Juncker, spiegando che “i dati in mio possesso mostrano che si sta producendo qualcosa di più di un raffreddamento della congiuntura” economica. E questo “richiede una reazione adeguata sia a livello europeo”, da Bruxelles, che nazionale.