Napoli, se diffami la città De Magistris ti querela

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Aprile 2017 - 12:04 OLTRE 6 MESI FA
Napoli, se diffami la città il Comune ti querela

Napoli, se diffami la città il Comune ti querela

NAPOLI – Offendere Napoli e il suo popolo potrebbe costare bei soldoni. Da oggi chi diffamerà la città sarà querelato, senza se e senza ma. Benvenuti allo sportello online “Difendi la città“, voluto dal sindaco Luigi De Magistris, dove si potranno segnalare offese, allegare foto e screenshot dai social, per avviare eventuali azioni legali a tutela della dignità del territorio. C’è chi ha definito Napoli “fogna d’Italia” e chi ha invocato un intervento del Vesuvio per “lavare col fuoco” i napoletani. C’è chi ha chiamato in causa la camorra, chi i rifiuti, chi perfino il colera. In tanti, negli anni, a Napoli e ai napoletani hanno rivolto parole poco lusinghiere. Ora il Comune, sindaco in testa, dice basta.

“Una novità assai interessante, una comunità che difende la propria comunità”, ha detto De Magistris. Ma sui social non tutti ne sono convinti e in barba alle minacce di querela, c’è chi parla di “caccia alle streghe” e di “metodi da Gestapo”. Una scelta criticata anche da Massimo Gramellini che nel suo consueto editoriale (Il Caffè) sul Corriere della Sera titola caustico: “Vedi Napoli e poi ti querela“. Ecco alcune sue taglienti osservazioni:

“Napule è ’na carta sporca e nisciuno se ne importa, cantava Pino Daniele, con l’amore e il dolore di un innamorato vero. Chissà se anche lui sarebbe passibile di denuncia presso lo sportello del Comune”. Poi l’attacco diretto a De Magistris: “Ma a Napoli si perdona tutto. Persino di avere eletto sindaco un incrocio tra Mao e il fratello narciso di Masaniello”.

Il sindaco, tutto questo, lo spiega così: “Non si tratta di essere insofferenti alle critiche delle quali abbiamo bisogno”. Il discorso è un altro e lo sintetizza in una frase che, in conferenza stampa, pronuncia in dialetto: “Hanno fatto di tutto per schiattarci”. A chi gli chiede se così i napoletani non rischiano di passare per permalosi e vittimisti, il sindaco risponde: “No, il vittimismo, il piagnisteo, le manie di persecuzione non c’entrano proprio nulla. Non è una santificazione della città o una insurrezione razziale”. E’, piuttosto, una “contro narrazione”: “Non intendiamo fare una propaganda o fare un mezzo di comunicazione alternativo ma vogliamo difendere la città quando chiunque, chiunque esso sia, fa una ricostruzione contraria al vero della città che frena le potenzialità”.

Così se un sindaco al pari di un cittadino, se un italiano al pari di uno straniero offenderà Napoli sarà querelato. Anche i cori da stadio rientreranno nella valutazione dell’Avvocatura. E se poi qualcuno sarà condannato a pagare i danni, i soldi ricavati dal risarcimento saranno destinati a questo: “Faremo soprattutto azioni civili, piccoli azioni per migliorare l’arredo, il decoro e la qualità dei servizi“. Lo sportello rientra nel progetto Napoli città autonoma. “Napoli sarà la prima città ad avere uno statuto autonomo nell’Italia del terzo millennio – conclude de Magistris – Il nostro è un progetto vero che non è contro nessuno ma è per la città”.