Napolitano a Torino ricorda Cavour: “L’Unità d’Italia non è centralismo”

Pubblicato il 6 Giugno 2010 - 13:26 OLTRE 6 MESI FA

“Unità nazionale e coesione sociale non significano centralismo e burocratismo, non significano mortificazione delle autonomie, delle diversità e delle ragioni di contrasto e confronto sociale e politico”. Lo ha detto il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel suo intervento alla celebrazione dell’anniversario della morte di Camillo Cavour.

Il presidente della Repubblica si trovava a Torino in vista delle celebrazioni del prossimo anno per il 150esimo anniversario dell’unificazione dell’Italia. “Unità e coesione – ha aggiunto – possono anzi crescere solo con riforme e loro conseguenti attuazioni, con indirizzi di governo a tutti i livelli, con comportamenti collettivi civili e morali che siano capaci di rinnovare la società e lo Stato, mirando in special modo ad avvicinare Nord e Sud, ad attenuare il divario che continua a separarli”.

“Rivolgendoci ad un passato che merita di essere celebrato senza vacuità retoriche e senza autolesionismi, guardando avanti con saggezza ma senza conservatorismi al cammino da compiere – ha detto ancora Napolitano – le celebrazioni del centocinquantenario ci appaiono davvero una grande occasione da cogliere nell’interesse comune dell’Italia e degli italiani”.

In due momenti della visita torinese, il presidente Napolitano è stato afflitto da un lieve disturbo di stomaco. Il primo, durante la visita alla redazione del quotidiano “La Stampa”  dove in una saletta si è tolto la cravatta, il secondo momento mentre deponeva una corona d’alloro sulla tomba di Cavour.

Tutto è però stato superato tanto che il programma della manifestazione a Santena, per ricordare la figura di Cavour, è proseguito, ma in forma abbreviata. Napolitano avrebbe dovuto prendere la parola dopo cinque interventi, invece ha parlato dopo un breve saluto di Nerio Nesi, presidente dell’associazione “Amici della fondazione Camillo Cavour” ed ha parlato dalla tribuna degli oratori seduto. La sua voce è apparsa ferma, ma un po’ stanca.

Nel corso dell’intervento, ha ripreso il vigore oratorio proprio dei suoi discorsi, caratterizzato da sottolineature fatte alzando il livello della voce.

Dopo Torino, Napolitano è tornato a Roma. Il volo è atterrato a Ciampino dopo le 13. Il presidente è sceso dall’aereo e chi lo ha visto lo descrive in buone condizioni.