I “no” di Napolitano a Berlusconi: grazia, salvacondotto, modello Sallusti…

di redazione Blitz
Pubblicato il 6 Agosto 2013 - 09:13 OLTRE 6 MESI FA
I "no" di Napolitano a Berlusconi: grazia, salvacondotto, modello Sallusti...

I “no” di Napolitano a Berlusconi: grazia, salvacondotto, modello Sallusti…

ROMA – La grazia? Non se ne parla. La commutazione della pena, come è successo per il direttore del Giornale Alessandro Sallusti? La maggiore gravità della sentenza Mediaset rende improponibile il “bis” per Berlusconi. Una riforma della giustizia? Più che invocarla non si può.Un “salvacondotto ad personam”? Neanche a chiederlo. Sono tanti i paletti che Renato Brunetta e Renato Schifani hanno incassato dal capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Lunedì il confronto al Quirinale, richiesto dai due capigruppo del Pdl per sondare gli umori del presidente su Berlusconi. Uno solo il risultato sperato: poter ottenere un’apertura su un’eventuale grazia da concedere al condannato (in via definitiva). Ma il presidente non si smentisce: non è nei suoi progetti.

A quanto pare l’incontro ha virato subito su temi politici: il presidente ha voluto sapere dai “due Renati” quale sia l’umore del Pdl all’indomani della sentenza Mediaset soprattutto in vista di eventuali scossoni per il governo. Schifani e Brunetta hanno ribadito quanto già assicurato da Berlusconi nel comizio davanti palazzo Grazioli: il governo va avanti. Anche perché, tenendo conto della recente legge Severino, se si andasse al voto Berlusconi sarebbe ineleggibile proprio per via della recente condanna.

Commenta amaro Denis Verdini: “Ve l’ho sempre detto che di Napolitano non ci si può fidare. Vuole vederci morti. E se andiamo avanti così, finisce con Berlusconi che va ai domiciliari che non ci esce più perché lo sbraneranno le altre procure”.

Napolitano, poi, avrebbe anche un’altra ragione per impedire a tutti costi una crisi anticipata. La legge elettorale vigente, il Porcellum, è al vaglio della Corte Costituzionale per via di alcuni profili di incostituzionalità ravvisati anche dalla stessa Cassazione. Il verdetto della suprema Corte è previsto per i primi di dicembre. Se si dovesse votare a ottobre (come qualcuno nel Pdl minaccia) e poi la legge venisse “smontata” dalla Corte allora il Parlamento eletto sarebbe da considerare illegittimo: “Non ci manda a votare con questa legge elettorale – è il resoconto degli uomini Pdl dopo l’incontro al Quirinale – che presenta profili di incostituzionalità”.