Napolitano contro Montecitorio in stile saloon: gruppi parlamentari convocati e la minaccia di sciogliere le Camere

Pubblicato il 1 Aprile 2011 - 10:40 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Napolitano

ROMA – “Così non si va avanti, tutto questo è intollerabile”: dopo i “vaffa” alla Camera, la querelle sull’applauso della deputata disabile, interviene Giorgio Napolitano per fermare lo spettacolo in stile rissa a Montecitorio. Il Capo dello Stato convoca i capigruppo parlamentari per fare il punto vista l’aria che tira in Parlamento.

Appena rientrato da New York il presidente della Repubblica non poteva fare altro che esprimere preoccupazione davanti alle scene degli ultimi due giorni, al teatrino tra il ministro Ignazio La Russa e il presidente della Camera Gianfranco Fini e a tutti gli annessi.

Il richiamo di Napolitano è amaro: “Quello che sta accadendo da due giorni alla Camera è uno spettacolo intollerabile, che mette a rischio la credibilità delle istituzioni e sconcerta i cittadini. È il momento in cui ognuno, ogni forza politica, si deve assumere tutte le proprie responsabilità”.

E’ preoccupato il Capo dello Stato per le eccessive divisioni e per il momento non facile che sta attraversando il paese: sono concetti che aveva rimarcato anche l’altro ieri in una lunga intervista pubblica alla Ny University. ”Io non faccio commenti su nessuna personalità politica italiana. Parlo piu’ in generale e dico – aveva detto – che il più grande problema della politica italiana è l’iper-partigianeria che produce una guerriglia quotidiana e rende impossibile il dialogo ed il confronto, determina una delegittimazione reciproca dei competitori politici”.

L’entrata in volata di Napolitano potrebbe essere un nuovo monito, un nuovo allarme: se lo scontro si acuisce la legislatura rischia e quindi potrebbe verificarsi lo scioglimento anticipato delle Camere. Questa sarebbe un ipotesi che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non ha mai affrontato direttamente nel corso dei numerosi incontri avuti a Palazzo Grazioli. Eppure secondo i rumors di stampa, chi gli sta vicino legge nelle parole del Cavaliere una risposta indiretta ai timori del Quirinale.

Intanto il ministro La Russa dovrà aspettare martedì prossimo per sapere se il suo “vaffa” gli impedirà, come chiede la sinistra, di votare in Aula togliendo un voto alla maggioranza che è tanto attenta a fare i conti con i numeri e la soglia sicurezza dei parlamentari. E’ toccato al presidente della Camera comunicare all’Aula che il collegio dei questori ha “deplorato” il comportamento di La Russa e aggiungere che ”quanto avvenuto è senza precedenti”. Proprio l’inesistenza di un precedente di un ministro che insulta spiega la difficoltà dell’ufficio di presidenza di decidere una sanzione. Per il centrosinistra, da ministro potrebbe partecipare ai lavori dell’aula ma, in quanto deputato sanzionato, gli sarebbe impedito il diritto di voto. La maggioranza, invece, vorrebbe solo una censura. La Russa, dal canto suo, si dice ”dispiaciuto” ma ribadisce di non aver offeso Fini e comunque di essere stato – quando è uscito in piazza Montecitorio, ”vittima di un’incredibile aggressione organizzata”.