Napolitano: “Mio dovere intervenire per evitare le elezioni”

Pubblicato il 20 Dicembre 2011 - 17:27 OLTRE 6 MESI FA

Napolitano con Mario Monti (Foto Lapresse)

ROMA – Intervenire per far sì che in Italia non ci fosse un immediato scioglimento delle Camere e il ricorso alle urne, vista la crisi che c’era in Europa ”era un mio preciso dovere istituzionale”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. ”Il tentativo di evitare un immediato scioglimento delle Camere e il ricorso alle urne – ha detto Napolitano – viste le ricadute dirompenti che ciò avrebbe potuto avere per il nostro Paese nel burrascoso contesto dell’Eurozona, visto l’incombere sull’Italia di un catastrofico aggravarsi della crisi finanziaria, era un mio preciso dovere istituzionale”.

”E la via obbligata da percorrere era quella di affidare la formazione di un nuovo governo ad una personalità rimasta sempre estranea alla mischia politica, già sperimentata in funzioni di governo esercitate correttamente, per riconoscimento bipartisan, nell’arco di 10 anni a livello europeo e dotata di indubbia autorevolezza internazionale”. ”Di qui – conclude il presidente della Repubblica, l’incarico al professor Mario Monti”. ”La lunga, irriducibile contrapposizione, al limite dell’incomunicabilità” che si era determinata tra le forze politiche ”ha reso impraticabile ogni ipotesi di larga coalizione di governo come il presidente incaricato ha potuto ben presto constatare”.

La fiducia accordata al governo Monti è avvenuta perché occorreva scongiurare ”in una fase così critica una paralisi dell’attività di governo e parlamentare e uno scontro elettorale devastante”.  ”Solo con grave leggerezza si può parlare di sospensione della democrazia in un Paese in cui nulla è stato scalfito”. Giorgio Napolitano cita l’esempio della Gran Bretagna per negare che il mancato ritorno alle urne abbia determinato un ”tradimento” della volontà popolare. ”Non mi risulta – ha detto – che si sia gridato allo scandalo per una presunta sospensione della democrazia in un grande paese europeo governato di norma secondo la prassi dell’alternanza tra diverse coalizioni politiche, la Germania, quando ancora in anni recenti essa è stata guidata per una intera legislatura da una grande coalizione. Né mi risulta – ha aggiunto – che si sia gridato al tradimento della volontà popolare in un egualmente grande paese, la Gran Bretagna, quando il partito che ha ottenuto alle elezioni la maggioranza relativa in Parlamento ma non, sia pure per poco, quella assoluta, si è impegnato – per evitare in un improvvido ritorno alle urne – in una inedita e non preannunciata alleanza con un altro partito già suo concorrente”.

I partiti sono stati messi ”al riparo da una esasperazione patologica del conflitto tra governo, maggioranza e opposizione. Consolidare questo clima è una delle grandi opportunità che si presentano ora anche per creare condizioni più serene in vista della competizione elettorale”.