Intercettazioni, Napolitano: “I punti critici emergono dal dibattito”

Pubblicato il 1 Luglio 2010 - 20:49 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Napolitano

”I punti critici” della legge sulle intercettazioni, nel testo approvato dal Senato, ci sono. ”Risultano chiaramente dal dibattito”. Sono gli stessi ”a cui si riferiscono le preoccupazioni del presidente della Repubblica”. Da parte del Quirinale ”non si è mancato di sottolinearlo nei rapporti con esponenti di maggioranza e di governo”.

Lo ha detto Giorgio Napolitano, a La Valletta, al termine della visita di Stato di tre giorni a Malta, confermando che non intende dettare né suggerire alcuna correzione. E chiarendo che sulle priorità le sue valutazioni sono rimaste inascoltate. Il Capo dello Stato attenderà il testo finale del ddl sul quale si riserva una ”valutazione finale”, in base alle sue prerogative.

Parole chiare e pesanti, che segnano una presa di distanza dal testo varato a Palazzo Madama e confermano che il Capo dello Stato vuole restare fuori dai lavori parlamentari in corso per inserire nel testo modifiche tali da superare le obiezioni che un vasto arco di forze politiche e sociali, e lo stesso presidente della Repubblica, avanzano da tempo riguardo alle esigenze di indagine della magistratura, al libero esercizio del diritto di cronaca dei giornalisti, al rispetto della privatezza da attuare senza compromettere il diritto dei cittadini di essere informati, e all’esigenza di contemperare queste esigenze in un equilibrio costituzionalmente accettabile.

Napolitano non lo ha detto cosi’ chiaramente, ma lo ha fatto intendere: gli scogli non sono stati superati, e non e’ detto che saranno stati superati quando il testo da firmare gli sarà sottoposto per essere promulgato. Rispetto a questo atto, come sempre, il presidente si tiene le mani libere, e oggi ha riaffermato che fara’ valere le sue prerogative costituzionali, che farà la sua ”valutazione” e scegliera’ in autonomia.

Napolitano e’ stato sollecitato a parlare del tema caldo delle intercettazioni, dai giornalisti che seguono la sua visita a Malta, che gli hanno ricordato la manifestazione di protesta della Fnsi, che era già in corso, e gli hanno chiesto se in Italia a suo avviso ci sia un allarme libertà di stampa. Prima di rispondere Napolitano ha fatto due premesse. Primo, ha consigliato di ”leggere accuratamente” la relazione del garante della Privacy Pizzetti, rifiutandosi di commentarla, perche’ si tratta di un organo indipendente di garanzia.

Secondo, ha spiegato perchè stavolta non avrebbe rispettato la regola di non commentare dall’estero le vicende italiane. Lo faccio, ha detto, ”per la confusione che ancora colgo in certi commenti di stampa, e posso in sintesi dire, o ribadire, quanto segue: i punti critici della legge approvata dal Senato risultano chiaramente dal dibattito in corso, dal dibattito gia’ svoltosi alla Commissione Giustizia della Camera, nonchè da molti commenti di studiosi, sia costituzionalisti sia esperti della materia. E ovviamente quei punti critici sono gli stessi a cui si riferiscono le preoccupazioni della Presidenza della Repubblica, e ciò non si è mancato di sottolinearlo anche nei rapporti con esponenti della maggioranza e del Governo”.

Lei, hanno incalzato i giornalisti, ha chiesto di concentrare in queste settimane tutti gli sforzi politici e parlamentari sulla elaborazione della manovra economica, per favorire uno spirito di responsabilità nazionale, evitando questioni sulle quali è già molto alta la tensione… ”Anche senza essere monsignor De la Palisse – ha risposto Napolitano, senza nascondere una nota di amarezza – è evidente che quel consiglio non è stato ascoltato nel momento in cui sono state prese determinate decisioni a maggioranza nella conferenza dei capigruppo. Ma io non ho l’abitudine di tornare sui consigli dati nè di esprimere alcun giudizio per dire se siano stati seguiti o sul perchè non sono stati seguiti”.