Napolitano legge le lettere degli italiani: “Politici, servono sacrifici”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Dicembre 2013 - 20:58 OLTRE 6 MESI FA
Napolitano legge le lettere degli italiani: "Politici, servono sacrifici"

Giorgio Napolitano, discorso di fine anno (foto Ansa)

ROMA – Giorgio Napolitano, discorso di fine anno con sorpresa: all’inizio infatti il presidente della Repubblica ha letto alcune lettere inviate da ragazzi, ragazze e semplici elettori. Il suo appello è rivolto quindi alla gente che sta soffrendo per la crisi. Un appello ai politici che devono fare sacrifici, un appello alle larghe intese “almeno finché non sarà fatta la legge elettorale”, un appello al governo che fa “eccessivo ricorso a voti di fiducia e decreti”.

Saluto

Saluto soprattutto a chi ha subito il terremoto.

L’anno che sta iniziando deve essere migliore per Paese e chi ha subito le conseguenze della crisi. Si potrà uscire se si voterà fino in fondo un’azione comune.

Questa sera non tornerò su analisi e considerazioni generali, cercherò di mettere in evidenza preoccupazioni e sentimenti che ho colto nelle lettere di persone che hanno gettato luce su problemi diffusi nella nostra società

Lettere degli italiani

Vincenzo scrive da un distretto industriale delle Marche: ha 61 anni, è stato imprenditore fino al 2001, ma ora è disoccupato.

Daniela parla del fidanzato che è rimasto disoccupato e che non sa quando troverà lavoro.

Marco da Torino mi chiede di parlare degli esodati.

Padre di famiglia si vergogna del fatto che non riesce a comprare da mangiare ai figli perché deve pagare le tasse e non vuole evadere.

Franco da Vigevano, agricoltore, evoca lo spirito di fratellanza del secondo Dopoguerra e spera che torni quello spirito per riportare stabilità.

Molti giovani parlano dell’incapacità della politica: Serena da Catania scrive “noi giovani non siamo futuro, ma soprattutto presente”.

Sacrifici dei politici

I sacrifici fanno fatti insieme ed è giusto che li facciano anche i politici. Lo ha sottolineato il presidente Giorgio Napolitano rispondendo a una lettera di un imprenditore che chiedeva che non fossero solo i ”semplici cittadini” a tirare la cinghia.”Mi sembra un proposito giusto”

“Non può essere che solo noi ‘semplici cittadini’ siamo chiamati a fare sacrifici. Facciamoli insieme. Che comincino anche i politici”, ha scritto l’imprenditore a Napolitano. ”Mi sembra – ha risposto il capo dello Stato – un proposito e un appello giusto, cui peraltro cercano di corrispondere le misure recenti all’esame del Parlamento in materia di province e di finanziamento pubblico dei partiti”.

Nella politica, nelle istituzioni e nei rapporti sociali sono necessari “forti cambiamenti”.

Un colpo al governo

Si deve porre “termine a un abnorme ricorso, in atto da non pochi anni, alla decretazione d’urgenza e a votazioni di fiducia su maxiemendamenti”, “garantendo ciò con modifiche costituzionali e regolamentari, confronti lineari e ‘tempi certi in Parlamento per l’approvazione di leggi di attuazione del programma di governo'”.

“Entrambe le Camere approvarono nel maggio scorso a grande maggioranza una mozione che indicava temi e grandi linee di revisione costituzionale – spiega il capo dello Stato – Compreso quel che è da riformare – come proprio nei giorni scorsi è apparso chiaro in Parlamento – nella formazione delle leggi”.

Larghe intese

“Alle forze parlamentari tocca dare soluzione, sulla base di un’intesa che anch’io auspico possa essere la più larga, al problema della riforma elettorale, divenuta ancor più indispensabile e urgente dopo la sentenza della Corte Costituzionale”.

“Sarebbe dissennato disperdere i benefici del difficile cammino compiuto. I rischi già corsi si potrebbero riprodurre nel prossimo futuro: è interesse comune scongiurarli ancora”