Università: Napolitano promulga la riforma Gelmini ma “restano criticità”

Pubblicato il 30 Dicembre 2010 - 17:15 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Napolitano

Il presidente della Repubblica ha promulgato la legge di riforma dell’università accompagnando la firma del provvedimento con una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, resa nota dal Quirinale, nella quale il capo dello Stato segnala delle ”criticità” contenute nel testo della legge da superare con opportune correzioni. Napolitano auspica che ad esse si approdi attraverso ”un costruttivo confronto con tutte le parti interessate. Nella lettera le criticita’ sono elencate articolo per articolo.

Ecco il testo integrale della nota: ”Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha oggi promulgato la legge recante ”Norme in materia di organizzazione delle universita’, di personale accademico e reclutamento, nonche’ delega al Governo per incentivare la qualita’ e l’efficienza del sistema universitario”.

L’attuazione della legge sulla riforma dell’ Università – si legge nella nota diffusa dal Quirinale in cui viene annunciata la promulgazione della legge e e indicate anche le ‘criticità’ contenute nel testo a cui porre rimedio – è demandata a un elevato numero di provvedimenti, a mezzo di delega legislativa, di regolamenti governativi e di decreti ministeriali; quel che sta per avviarsi è dunque un processo di riforma, nel corso del quale saranno concretamente definiti gli indirizzi indicati nel testo legislativo e potranno essere anche affrontate talune criticità, riscontrabili in particolare negli articoli 4, 23 e 26.

Per quel che riguarda l’articolo 6, concernente il titolo di professore aggregato – pur non lasciando la norma, da un punto di vista sostanziale, spazio a dubbi interpretativi della reale volontà del legislatore – si attende che ai fini di un auspicabile migliore coordinamento formale, il governo adempia senza indugio all’impegno assunto dal Ministro Gelmini nella seduta del 21 dicembre in Senato, eventualmente attraverso la soppressione del comma 5 dell’articolo. Per quanto concerne l’art. 4 relativo alla concessione di borse di studio agli studenti – prosegue la nota – appare non pienamente coerente con il criterio del merito nella parte in cui prevede una riserva basata anche sul criterio dell’appartenenza territoriale. Inoltre, l’art. 23, nel disciplinare i contratti per attività di insegnamento, appare di dubbia ragionevolezza nella parte in cui aggiunge una limitazione oggettiva riferita al reddito ai requisiti soggettivi di carattere scientifico e professionale.

Infine è opportuno che l’art. 26, nel prevedere l’interpretazione autentica dell’art. 1, comma 1, del decreto legge n. 2 del 2004 sia formulato in termini non equivoci e corrispondenti al consolidato indirizzo giurisprudenziale della Corte Costituzionale. Al di la’ del possibile superamento – nel corso del processo di attuazione della legge – delle criticità relative agli articoli menzionati, resta importante l’iniziativa che spetta al governo in esecuzione degli ordini del giorno Valditara e altri G 28.100, Rusconi ed altri G24.301, accolti nella seduta del 21 dicembre in Senato, contenenti precise indicazioni anche integrative – sul piano dei contenuti e delle risorse – delle scelte compiute con la legge successivamente approvata dall’Assemblea.

Gelmini: terremo conto delle osservazioni del Colle. ”La promulgazione è un fatto positivo”. E’ il commento del ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini dopo l’atto del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. ”Insieme al presidente Berlusconi terremo certamente conto delle osservazioni del Quirinale”, aggiunge il ministro.

”Esprimo la mia piena soddisfazione per la promulgazione della legge da parte del Presidente della Repubblica – aggiunge Gelmini – Terremo in massima considerazione le sue osservazioni. Appare evidente dall’analisi dei punti rilevati che nessuno di essi tocca elementi portanti e qualificanti della legge. Aver approvato la legge sull’universita’ e’ un segnale positivo per il Paese perché dimostra che, seppur tra mille difficoltà, è possibile realizzare le riforme”.