Napolitano: “Anche il Nord abbia coscienza di come nacque l’Italia”

Pubblicato il 8 Gennaio 2011 - 11:27 OLTRE 6 MESI FA

“Spero che in altre parti del Paese, a Milano, a Venezia, a Verona, si ripetano iniziative come questa affinché queste parti del Paese sappiano come divennero italiane”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, riferendosi a uno spettacolo-ricostruzione storica, messo in scena al teatro Fabbri di Forlì, che ha ricordato l’adesione della Romagna ai moti risorgimentali e all’Unità d’Italia. “Questa iniziativa – ha aggiunto il capo dello Stato – ha permesso ai romagnoli di conoscere le proprie radici ed ha mostrato il contributo della Romagna al moto risorgimentale”.

Il presidente della Repubblica ha preso spunto, elogiandolo, dall’intervento del sindaco di Forlì Roberto Balzani che al teatro Fabbri, dov’era previsto l’incontro con Napolitano, anziché un rituale intervento ha fatto un racconto, con immagini, musiche e interpretazioni sceniche su Come fu che la Romagna divenne italiana. “Un modo – ha affermato Napolitano – di avere coscienza delle proprie radici, del proprio contributo al voto unitario” che ha saputo “far rivivere questa sua storia nel modo più efficace. Un esempio che mi auguro venga seguito altrove”.

Nella giornata di venerdì l’avvio delle celebrazioni sull’Unità d’Italia sono state l’occasione per un duello (verbale naturalmente, e a distanza) tra il presidente della Repubblica Napolitano e il leader della Lega Umberto Bossi.

Tutti, ma ancor di più chi ha responsabilità di rappresentanza e di governo deve rispettare il Tricolore che è un simbolo unitario indicato nella Costituzione, ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in uno dei passaggi più applauditi del discorso al Teatro Valli. ”Non fu per caso – ha detto – che venne collocato all’articolo 12 il riferimento al tricolore italiano come bandiera della repubblica. Riferimento sobrio, essenziale, ma imprescindibile. I costituenti vollero farne, con quella collocazione nella Carta, una scelta non solo simbolica di principio. E dato che nessun gruppo politico ha mia chiesto che vengano sottoposti a revisione quei ‘Principi fondamentali’ della nostra costituzione ciò dovrebbe significare che per tutti e pacifico l’obbligo di rispettarli. Comportamenti dissonanti con particolare riferimento all’articolo sulla bandiera tricolore, non corrispondono alla fisionomia e ai doveri di forze che abbiamo ruoli di rappresentanza e di governo”.

A stretto giro arriva il commento di Umberto Bossi, che mette una condizione prima di accogliere l’invito di Napolitano a festeggiare l’Unità: “Celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia senza il federalismo, con tutto ancora centralizzato a Roma, sarebbe una cosa negativa” ha detto il leader della Lega. “Il federalismo è una speranza”, ha aggiunto Bossi, rientrato a Gemonio dopo una decina di giorni di vacanze tra Ponte di Legno e Calalzo di Cadore. “Bisognerebbe – ha concluso – almeno arrivare a realizzare il progetto di Cavour”.

E’ stato Napolitano stesso a smussare la polemica. Dopo le parole di Bossi ha infatti dichiarato: ”Abbiamo ereditato questo Stato anche con le sue tare. E’ fondamentale che ci adoperiamo insieme per superarle. Mi auguro che ci ritroveremo tutti in questo spirito”.