L’acqua di Vendola. Il 7% sparisce al referendum non sulla bolletta

Pubblicato il 28 Giugno 2011 - 10:16 OLTRE 6 MESI FA

Nichi Vendola

ROMA – L’acqua deve restare pubblica, nessuno deve trarre profitto dalla gestione degli acquedotti: il principio è stato abbracciato dal governatore Nichi Vendola che tanto si è speso per il referendum del 12 giugno scorso. Ma quello che vale a livello nazionale non vale a livello locale. Lo sdoppiamento di Vendola è stato il seguente: il segretario di Sel si è speso per il sì al referendum, ma ora il governatore pugliese ha detto che no, le tariffe sull’acqua non verranno tagliate in Regione.

Il referendum ha bocciato la possibilità per il gestore “di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio”. Ma ora Vendola ha fatto sapere ai pugliesi: “È indispensabile fare i conti con la realtà per non precipitare nei burroni della demagogia: sull’Acquedotto Pugliese abbiamo deciso di intraprendere la strada dell’efficientamento e su quella proseguiremo. Per questo non abbasseremo le tariffe”.

“In Puglia – aggiunge Vendola – in realtà non siamo di fronte alla scelta di abbassare la tariffa del 7% e di conseguenza gli investimenti perché quella remunerazione non è utilizzata, come dovrebbe, per gli stessi investimenti, ma rappresenta la copertura di un debito e quindi dal punto di vista finanziario un costo”.

Qualcuno ha provato a chiedergli come mai non avesse chiarito questa doppia morale prima dei referendum. Risposta semplice e diretta: “Nessuno me lo ha chiesto”.