Vendola: “La Puglia dice no al nucleare, facciamo i disobbedienti”

Pubblicato il 5 Febbraio 2010 - 09:34 OLTRE 6 MESI FA

La Puglia sarà la regione più disobbediente d’Italia e dirà no la nucleare. A ribadirlo è stato il governatore Nichi Vendola, che ha così commentato la decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge regionale con la quale la Puglia ha detto “no” alla installazione di impianti nucleari sul proprio territorio.

«Siamo davvero alla caduta della maschera: la destra – afferma Vendola – in Consiglio regionale vota a favore della legge che io ho voluto fortemente per la denuclearizzazione della Puglia, e oggi la destra, il governo di destra impugna dinanzi alla Corte costituzionale la nostra legge».

«Noi cioè, questo ci viene detto, dobbiamo obbedienza, e se il governo vuole fare i propri affari nucleari e radioattivi in Puglia noi – ha aggiunto Vendola – dobbiamo tacere e obbedire. Noi saremo la Regione più disobbediente d’Italia e continueremo a dire no al nucleare. In Puglia non vogliamo centrali nucleari, non vogliamo depositi di scorie nucleari, non vogliamo il transito di materiale a “cavallo” tra usi civili e usi militari. E voglio ricordare a tutti che abbiamo condiviso una legge molto forte, molto innovativa che era la nostra risposta a quella terribile legge che il governo aveva fortemente voluto con un decreto poi convertito dal Parlamento, che espropria le Regioni e i territori del potere decisionale sul proprio destino».

Ed anche il candidato della Lega e del Pdl alla Regione Veneto Luca Zaia come Vendola prende le distanze dalla possibilità che nella sua Regione venga aperta una centrale nucleare: «Il Veneto la sua parte l’ha già fatta con il rigassificatore al largo delle coste e con la riconversione al carbone di Porto Tolle».

Della questione parla anche il candidato del centrodestra alla Regione Lazio Renata Polverini: «Una centrale nucleare non è un problema ideologico – scrive sul suo blog – ma un’opportunità da valutare, anche in relazione alla produzione di energia di ogni regione rispetto al fabbisogno del territorio». A prescindere dai problemi di costituzionalità delle leggi in questione, dice la candidata alla presidenza del Lazio, «è impensabile che si possano realizzare impianti nucleari senza il consenso delle regioni».