L’addio di Nicola Rossi: “Politici, giornalisti, sindacalisti: la mia generazione di cavallette”

Pubblicato il 4 Febbraio 2011 - 16:32 OLTRE 6 MESI FA

ROMA-E’ un senatore del Pd, dice addio alla politica e spiega il perché con un testo che è troppo vero per essere digerito non solo dalla politica ma anche dalla “gente”, di destra o di sinistra che sia. Scrive Nicola Rossi al Corriere della Sera: “L’anomalia vera è quella della generazione che ha preceduto quelli che oggi sono i giovani. Una generazione composta, non trovo immagine più efficace, in buona misura da cavallette. Politici, a destra come a sinistra, che hanno fatto quanto potevano per impedire, e ci sono riusciti, che si facesse a tempo debito quanto poteva dare ai giovani prospettive meno incerte e che oggi (visto che gli stessi giovani sono diventati elettori ) sono i primi a manifestare viva preoccupazione per le loro sorti. Sindacalisti capaci di tradire la loro missione per dare a chi aveva già avuto togliendo a chi ancora non aveva. Giornalisti della domenica capaci di vedere solo quando ormai è troppo tardi. Adulti, uomini e donne a destra e a sinistra, che per due decadi non hanno esitato a consumare quel che c’era e soprattutto quel che non c’era. L’anomalia vera è la mia generazione: la stessa che guarda i più giovani con occhio umido…Certo c’è sempre la scorciatoia delle sanatorie per i precari e il pubblico come datore di lavoro di ultima istanza. Ma si finirebbe solo per sostituire ai rischi e alle incertezze del mercato l’arbitrio estremo e intollerabile della politica”.

Quindi Nicola Rossi si ferma, finisce qui. E’ un epitaffio su una generazione e su un paese, sulle sue abitudini e sulle sue illusioni, sui suoi “valori”. Generazione di cavallette, paese mangiato che è già cibo e crede di essere commensale.