Nicola Zingaretti, vincente ma senza maggioranza. Prove di dialogo Pd-M5S nel Lazio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Marzo 2018 - 14:07 OLTRE 6 MESI FA
Nicola Zingaretti, vincente ma senza maggioranza. Prove di dialogo Pd-M5S nel Lazio

Nicola Zingaretti, vincente ma senza maggioranza. Prove di dialogo Pd-M5S nel Lazio

ROMA – La linea dura di FdI, lo stop di Stefano Parisi, l’apertura al dialogo del M5s. Lo scenario che potrebbe presentarsi in Consiglio regionale al neo-rieletto governatore del Lazio Nicola Zingaretti, che a breve comporrà anche il puzzle della giunta, sembra prendere una forma. “Il mio atteggiamento sarà di apertura, verifica e disponibilità all’ascolto”, aveva affermato ieri il presidente, che al momento, numeri alla mano, non ha formalmente una maggioranza, con 25 consiglieri, lui compreso, a fronte di un magic number di 26.

La risposta dei 5 Stelle di ieri, però, non appare certo di chiusura, almeno per voce di due consiglieri uscenti e in riconferma: “Apertura no, maturità sì – afferma Devid Porrello – Noi se una cosa era fatta bene l’abbiamo votata. Non abbiamo pregiudizi, lavoriamo sui temi”. “In 5 anni – aggiunge Valentina Corrado – siamo rimasti tante volte inascoltati, magari stavolta sarà lui ad ascoltarci di più…”.

E riguardo alla sindaca Virginia Raggi le segreterie di Campidoglio e via Colombo stanno lavorando per un incontro la prossima settimana. Sui temi istituzionali, ovvio, ma il clima non sembra il peggiore. Negli ambienti del centrosinistra, in ogni caso, questo approccio del M5s viene interpretato come un riflesso del contesto nazionale, in cui è Di Maio ad avere interesse a non aprire fronti coi dem.

Problema che però non deve porsi FdI: “Non saremo certo noi a fare da stampella a Zingaretti. Qualcun altro è stato ‘pagato’ per farlo”, afferma il portavoce regionale Marco Marsilio riferendosi a Sergio Pirozzi. Che per Fabio Rampelli, capogruppo alla Camera, è l'”utile idiota di Amatrice, con la sua candidatura di disturbo”. “Noi – rincara la dose lo sconfitto Stefano Parisi – sicuramente non collaboreremo con un governo di centrosinistra perché credo nell’alternanza: lui ha vinto e lui deve governare. Altrimenti si torni alle elezioni, e stravinciamo”.

Questo, naturalmente, al netto del terremoto ‘nazionale’: un accordo M5s-Lega, si riflette in maggioranza, potrebbe liberare le mani ad altri ‘pezzi’ di centrodestra. Un nuovo segretario Pd più propenso al dialogo potrebbe, a rovescio, far ammorbidire le posizioni M5s alla Pisana. La linea dunque, per ora, non sembra tanto quella di cercare un allargamento stabile della maggioranza quanto il possibile consenso (o l’astensione) sul singolo provvedimento. Sarà fondamentale la partita del bilancio, prima dell’estate, ma già molto si chiarirà con la mappa delle commissioni. Intanto si inizia a lavorare sulla giunta.

Più facile al momento partire da chi non ci sarà: i dem Mauro Buschini e Fabio Refrigeri, eletti in Consiglio, non resteranno assessori – Zingaretti è contro il doppio incarico. Non ce l’hanno fatta invece il Pd Michele Civita e Rita Visini, che correva per il Centro solidale: restano dunque ipotesi in campo. Lidia Ravera ha già annunciato che per lei l’esperienza politica si concluderà con il quinquennio. Un nome forte della vecchia giunta, stimatissima anche dalle opposizioni, era l’assessore al Bilancio Alessandra Sartore.