Niente Ici per tre anni sulle case nuove

Pubblicato il 20 Gennaio 2012 - 15:18 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Niente Ici-Imu per tre anni per le imprese edili sulle nuova case costruite per essere vendute. Lo prevede la bozza del dl infrastrutture che esenta dalla ”nuova” Ici anche gli alloggi assegnati in affitto dagli ex istituti autonomi per le case popolari (ex Iacp).

Si escludono dall’Imu, per un periodo non superiore a tre anni dall’ultimazione dei lavori – si legge nel decreto – gli immobili delle imprese, ivi incluso il cosiddetto ‘magazzino’ delle imprese edili, cioè i fabbricati costruiti e destinati alla vendita, dall’ambito applicativo dell’imposta municipale propria.

La proposta è volta a intervenire in un settore, oggi in forte crisi, come quello delle costruzioni attraverso una previsione fiscale di favore, anche se limitata a tre anni. Vengono inoltre esclusi dall’Imu gli alloggi regolarmente assegnati dagli ex Istituti autonomi per le case popolari.

L’esenzione è finalizzata ad investire le risorse risparmiate per la gestione e la manutenzione del patrimonio esistente e per futuri investimenti. In particolare si stima che con le risorse risparmiate si possano realizzare ogni anno circa 2.500 nuove unità abitative ovvero possano ristrutturare circa 6.000 unità abitative esistenti. La disposizione comporta maggiori oneri pari mediamente a 150 milioni di euro annui.

La bozza prevede anche procedure più veloci per attuare il piano di edilizia abitativa. Più in dettaglio si prevede di semplificare le procedure per giungere all’approvazione degli Accordi di programma da stipulare tra il Ministero e le Regioni e per la rimodulazione di interventi e la per sottoscrizione di atti aggiuntivi, per la ‘sopravvenienza’ di economie ovvero di nuove risorse finanziarie che si rendessero disponibili, ad accordi di programma già approvati.

Si ritiene, in particolare, che il nuovo iter procedurale, eliminando duplicazioni in fase di approvazione attraverso la previsione di un unico passaggio, contribuisca ad un avvio più sollecito degli interventi innescando, peraltro, ricadute positive sia sull’economia che sull’occupazione oltre a realizzare più celermente gli alloggi per dare risposte concrete al fabbisogno abitativo esistente nel Paese.