Nitto Palma presidente commissione Giustizia, altro che Convenzione

di Warsamè Dini Casali
Pubblicato il 7 Maggio 2013 - 09:35| Aggiornato il 16 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Nitto Palma presidente commissione Giustizia, altro che Convenzione. Commissione Giustizia Senato, presidente Francesco Nitto Palma: è questa la bandiera che Berlusconi ha piantato in Parlamento, questa la vittoria cui teneva di più nella trattativa con i nemici di sempre e oggi alleati di governo del Pd. Riferiscono i commentatori che trattasi di vittoria a metà, visto che non è riuscito a piazzare l’ex ministro Paolo Romani alla Commissione Lavori Pubblici Senato (quella che si occupa di Telecomunicazioni). Il fortino difensivo di Berlusconi (giustizia e televisioni) è stato come spesso gli è accaduto dissimulato da una strategia di attacco: va bene Letta, ok pure a una Imu riveduta e corretta invece che abolita e restituita, ma voglio la presidenza della Convenzione per le riforme.

Convenzione che, invece, mentre gli avversari strepitavano che Berlusconi padre costituente sarebbe stato sacrilegio, era solo il grande spauracchio a beneficio di quotidiani ipersensibili e Pd sull’orlo di una crisi di nervi: ciò cui, realisticamente puntava, erano le presidenze delle Commissioni Senato. Ha sparato alto ma una Commissione alla fine se l’è presa. Francesco Nitto Palma è stato scelto perché è l’uomo giusto per presidiare il posto giusto: al Senato, dove senza il super premio nessun partito prevale, il presidente è fondamentale (alla Camera il Pd la fa da padrone) per determinare calendario degli appuntamenti, l’esito delle votazioni e, in ultima analisi, ha il potere di interdire, bloccare, rinviare.

Alla fine, dopo che gli sono stati negati ministri pesanti al governo, dopo che l’autoinvestitura alla Convenzione è stata rigettata con disdegno, non gli si poteva rifiutare una Commissione. I capigruppo Pd, l’esperto Zanda e il giovane Speranza, hanno provato a tener duro usando anche argomenti ultimativi (“Con il voto segreto c’è il rischio che i nostri impallinino unendosi ai grillini”). Niente da fare. Nitto Palma, ex magistrato a Roma negli anni che Francesco Bei su Repubblica chiama “porto delle nebbie”, esecutore materiale del decreto salva-ladri” nel ’94, convinto da Previti a scendere in politica, ex ministro della Giustizia esibisce il curriculum più adatto per rappresentare in Parlamento, in una posizione chiave, gli interessi del suo capo politico. Chi vuole si strappi i capelli ma non faccia finta di sorprendersi.