Novara, la “Padanopoli” caduta. Ballarè racconta come

Pubblicato il 1 Giugno 2011 - 12:51 OLTRE 6 MESI FA

NOVARA – La roccaforte inespugnabile del leghismo militante, la città delle ronde istituzionali, della soglia ai negozi etnici. E’ Novara, il simbolo, almeno fino al pomeriggio di lunedì, della Lega al Governo. Lunedì, invece, contro ogni logica previsione Novara è caduta, espugnata da tal Andrea Ballaré, cattolico del Pd che sogna l’alleanza con Vendola.

Come sia accaduto, numeri alla mano, merita un’analisi a parte. Fino alle ultime amministrative governava, con “pugno di ferro”, Massimo Giordano, sindaco eletto al primo turno con il 61% dei voti. Allora Lega e Pdl da sole, col 39% avevano preso più di tutto il centrosinistra messo insieme. Era il 2006 e in cinque anni possono cambiare tante cose. Invece non è proprio così. Al primo turno di queste amministrative, infatti, il candidato sindaco leghista Mauro Franzinelli si ferma a un soffio dall’impresa, al 48,7%, tutto farina del sacco di Lega e Pdl che perdono qualcosa, ma sono inezie.

Il centrosinistra, addirittura, perde il 3% rispetto alle Comunali 2006. Ballarè strappa il ballottaggio ma con 18 punti da recuperare in due settimane sembra un’impresa impossibile. In due settimane invece cambia tutto: sarà l’effetto Milano o forse altro. Resta il dato in quindici giorni Ballarè  guadagna 8 mila voti (da 16 a 24 mila) mentre Franzinelli ne perde 3 mila, fermandosi a quota 21 mila. “Padanopoli” come scrive Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera è caduta.

La Lega perde la città di Roberto Cota e perde il suo punto di riferimento amministrativo. Novara, infatti, è la città dove sono vietati gli assembramenti di più di tre persone in un parco pubblico ed è la città dove per aprire un ristorante etnico il proprietario deve dimostrare di parlare italiano. Novara è anche il Comune dove non si poteva, con tanto di circolare, festeggiare il 17 marzo. Chi avesse avuto l’incauto ardire di festeggiare Italia 150 avrebbe perduto un giorno di ferie. La Padania, scrive Stella, invocava “Il modello Novara, dove le ronde sono certificate”.

Ballarè al Corriere racconta il suo miracolo con poche parole. Spiega di aver vinto facendo il porta a porta, andando a chiedere casa per casa cosa non funzionava in città. Insomma ha vinto con una delle tecniche più usate dalla Lega. “Appena iniziata l’avventura – racconta il neo sindaco – abbiamo fatto fare un sondaggio. Prima domanda: siete soddisfatti di come si vive qui? Il 60% ha risposto sì. Andiamo bene, ho pensato”. Poi, piano piano, qualcosa è cambiato. Secondo il sindaco il fattore decisivo è stato che la Lega “aveva occupato tutto manu militari” e la gente ha finito per percepirli “come un partito uguale agli altri”. Ora il neo-sindaco ha cinque anni di tempo per far vedere ai novaresi qualcosa di diverso.

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