Nucleare: i Comuni avviano un’azione legale contro il Governo

Pubblicato il 11 Maggio 2011 - 17:16 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ”Oggi sei Comuni della Consulta Anci dei Comuni sedi di impianti nucleari (Caorso, Saluggia, Trino Vercellese, Rotondella, Ispra e Piacenza) hanno avviato un’azione legale nei confronti del Governo a tutela degli interessi dei Comuni e dei cittadini per chiedere che vengano ripristinate le somme spettanti ai Comuni dal 2005”. Lo rende noto Fabio Callori, presidente della Consulta e Sindaco di Caorso parlando a margine della riunione che si è svolta mercoledì mattina presso gli uffici dell’Anci.

Queste somme sono previste dal decreto legge 314/2003 (il cosiddetto decreto Scansano) che ha istituito, ricorda Callori, ”misure di compensazione territoriale a favore dei Comuni che ospitano le vecchie centrali nucleari e impianti del ciclo di combustibile nucleare fino al loro definitivo smantellamento”.

”Stiamo parlando – spiega Callori – delle risorse spettanti ai Comuni che ospitanti vecchi impianti nucleari come misura di compensazione. In virtù della legge Finanziaria, nel 2005 tali risorse sono state decurtate del 70% per destinare gli introiti che i cittadini pagano con la bolletta elettrica alla fiscalità generale”. Anche l’Autorità per l’Energia e il Gas si era espressa in maniera non favorevole a tale previsione dato, sottolinea l’Anci, che in via generale non si possono destinare a un’entrata dello Stato delle cifre che hanno una precisa destinazione, quella di riqualificare i territori sui quali ha gravato la vecchia generazione del nucleare.

”Finora – dice Callori – l’Anci si è impegnata con tutte le iniziative possibili a livello di emendamenti e di proposte per il recupero delle somme, fino ad arrivare alla proposta al Governo del rilascio di attestati per il riconoscimento dei crediti. Ad oggi, da parte del Governo, non c’è stato nessun riscontro”.

”Oggi – denuncia il presidente della Consulta – ci ritroviamo poi a dover anche inseguire l’erogazione di quello che rimane, ovvero il 30% che è stato già deliberato dal Ministero dell’Ambiente per le annualità 2008-2009 e contabilizzato dalla Cassa conguaglio per il settore elettrico, ma ad oggi il Cipe non si è ancora espresso per le ripartizione del fondo e probabilmente ciò comporterà oggettive difficoltà per il completamento delle opere in corso di realizzazione sul territorio”.

”Siamo letteralmente sconcertati dalle ‘menzogne’ che ci vengono raccontate – conclude – le carte e le risorse per le delibere CIPE ci sono tutte e oggi ne abbiamo avuto conferma; ancora una volta non riusciamo proprio a capire il perchè di queste negligenze”.