Nucleare, Formigoni e Moratti uniti: “In Italia sì, in Lombardia no”

Pubblicato il 20 Ottobre 2010 - 17:57| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Letizia Moratti e Roberto Formigoni

Nel giorno in cui si riaccendono i due reattori del centro di Ricerca Enea della Casaccia, simbolo del ritorno del nucleare in Italia, in Lombardia arrivano critiche all’ipotesi di costruire una centrale atomica in regione, avanzata nei giorni scorsi dal ministro dello sviluppo economico Paolo Romani.

E’ stata il sindaco di Milano Letizia Moratti a respingere l’idea di Romani si realizzare un impianto in regione: ”Sono sulla linea del presidente Formigoni – ha detto – no al nucleare in Lombardia! Non abbiamo bisogno di impianti nucleari”.

Il presidente della Lombardia Roberto Formigoni ha spiegato di essere d’accordo con la scelta del governo di tornare al nucleare visto che ora l’energia in Italia costa molto più che all’estero. Ma non nella propria regione: ”Ora la Lombardia ha praticamente raggiunto l’autosufficienza energetica e in questo momento non ha bisogno di centrali di alcun tipo. Quando saranno fissate le modalità per individuare i siti delle localizzazioni ne discuteremo”.

Quel giorno appare per ora abbastanza lontano. Sarà l’Agenzia per la Sicurezza nucleare a istituire le pratiche sui siti e ancora i suoi membri non sono stati scelti anche se oggi, 20 ottobre, il sottosegretario allo Sviluppo, Stefano Saglia, e il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, hanno detto che le nomine arriveranno a breve.

A capo dell’Agenzia, il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, vedrebbe bene un milanese come Umberto Veronesi. ”Ho appreso – ha detto Podestà che è anche coordinatore regionale del Pdl – che il ministro Romani ha incontrato il professor Veronesi proponendogli di guidare l’Asn e ricevendo dal diretto interessato una sostanziale disponibilità. Auspico, quindi, una rapida e completa scelta dei componenti l’organismo”.

Fino ad allora è prematuro parlare di localizzazioni anche se la pianura padana, con la vicinanza del Po, zona pianeggiante senza grossi problemi sismici è senz’altro una delle aree papabili. I Verdi, che oggi protestavano davanti al centro di Casaccia, hanno ipotizzato che potrebbe essere costruita in provincia di Mantova o Cremona.

Per correre ai ripari e opporsi a ogni ipotesi, il vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia, Filippo Penati, che è capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani, ha proposto una risoluzione bipartisan da votare nella prossima seduta visto che ”tutte le forze politiche si sono dette, almeno a parole, contrarie alla realizzazione di una centrale nucleare in Lombardia. Evitiamo che si dicano cose diverse sui giornali e in aula”.