Nucleare, il “sì” di Veronesi che spacca il Pd

Pubblicato il 26 Luglio 2010 - 09:45 OLTRE 6 MESI FA

Umberto Veronesi

La scelta di accettare la nomina a presidente per l’Agenzia per la sicurezza nucleare non l’ha ancora fatta ma se decidesse per il sì, l’oncologo e senatore del Pd Umberto Veronesi, si dimetterebbe dal Senato per l’impossibilità di conciliare attività scientifica, Agenzia e lavori in Senato.

Questa è solo la prima delle cinque ragioni, riportata in una lettera al Corriere della Sera e ripresa da un’intervista al Giornale, per le quali il fondatore dell’Istituto europeo di oncologia potrebbe dire sì alla proposta del ministro Prestigiacomo.

Sul Giornale, Veronesi chiarische che il ministro dell’Ambiente gli ha solo accennato della proposta ”ma a tutt’ora non ho avuto nè una lettera ufficiale, nè una telefonata, nè una scadenza. So che a una riunione del Consiglio dei Ministri è stato fatto il mio nome, che la maggioranza dei presenti ha approvato questa eventuale scelta”.

Veronesi, poi, ha posto precise condizioni: ”il piano deve essere tecnologicamente avanzato – scrive nella lettera al Corriere – economicamente sostenibile e professionalmente gestito da figure di alto profilo scientifico e non selezionate in base a logiche di partito”. Inoltre, le sue competenze sarebbero di ”coordinamento degli esperti con una responsabilità diretta circa la sicurezza per la salute della popolazione”.

La quarta motivazione, indicata al Corriere, è che il nucleare è un bene per il Paese e, infine, Veronesi chiarisce che la nomina non cambierà il suo pensiero, la sua filosofia e il suo impegno sociale.

”Sono a favore del nucleare da sempre – aggiunge l’oncologo – . Il nucleare può affrancarci dalla dipendenza dal petrolio, un giogo che ha scatenato sanguinosi conflitti. Una fonte dannosa alla salute dell’uomo e a rischio di immensi disastri ambientali, come dimostra la catastrofe alla Bp”.

Ma la presa di posizione di Veronesi ha diviso il Pd, ufficialmente schierato contro il nucleare, ma con differenze di posizione all’interno. Ecco l’invito del segretario Bersani al senatore: “Ce n’è da fare di cose sull’energia, ma la strada è un’altra da quella che il governo sta prendendo. Quindi a Umberto Veronesi ho detto: professore, massimo rispetto per le sue scelte e la nostra stima lei ce l’ha tutta, senza meno, ma il rischio è di fornire alibi a un piano velleitario e inconcludente”.