Obama: “Renzi energia e riforme”. Matteo fa la ruota: “Anche io dico Yes we can”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Marzo 2014 - 15:57 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Barack Obama ci tiene a farlo sapere: “Sono favorevolmente impressionato dall’energia di Matteo Renzi e ho fiducia nelle sue riforme“, quelle di “un premier che saprà portare avanti l’Italia”.  Un bel colpo per il premier che, sentito questo, ha fatto la ruota come un pavone e si è appropria dello slogan più efficace ma allo stesso tempo più abusato di Obama: “Yes we can’, oggi vale anche per noi in Italia”.

Obama, all’ammiratore Renzi,  ha anche detto di essere ansioso di “accoglierlo alla Casa Bianca”. La stessa Casa Bianca dove Renzi è già stato in veste, però, da sindaco di Firenze.

Trentaquattro minuti di ritardo. Barack Obama arriva in Senato alle 15:04. Ad attenderlo c’è Matteo Renzi. E per Obama è il terzo incontro della giornata, dopo quelli con Papa Francesco e Giorgio Napolitano. Con Renzi i temi sul tavolo sono quelli “caldi”: dalla crisi russa al ruolo dell’Unione Europea passando per la questione sicurezza. Dopo l’incontro è Renzi a raccontare il vertice. Lo fa partendo dalla sua “ammirazione” per il presidente Usa:

“E’ un grande piacere ospitarlo a Villa Madama. Tutti i giornalisti italiani sanno che Obama non solo è il presidente Usa: per me e la mia squadra è fonte di ispirazione”.

Quindi parole di circostanza per definire “affascinante” la sfida lanciata da Barack Obama alle relazioni tra Ue e Usa e per sottolineare che “il dialogo di oggi conferma la grande amicizia e partnership” Obama, in un primo a momento aveva rispettato orari e protocollo alla lettera. Una giornata fitta quella del presidente, iniziata alle 10:20 del mattino con l’arrivo in Vaticano. Qui l’incontro con Papa Francesco. Poco meno di un’ora di colloquio riservato da cui Obama è uscito sorridente (forse più di Francesco) e che il presidente ha definito “meraviglioso”. Difficile non pensare, per Obama, a un tentativo di riguadagnare popolarità a casa. “Halo effect” (effetto aureola) lo chiamano gli americani. Subito dopo è stata la volta di Giorgio Napolitano. Qui incontro più breve, 20 minuti, corredato da un pranzo ufficiale. Neppure il tempo di digerire e il presidente, in ritardo di una mezz’ora,  ha ripreso posto in auto (28 i mezzi di scorta che girano in una capitale super presidiata) per arrivare al Senato dove lo aspetta Matteo Renzi.

(Foto LaPresse)