Olbia. Il candidato indipendentista sardo Agus: “Non votate per me”

di Dini Casali
Pubblicato il 9 Maggio 2011 - 21:43| Aggiornato il 10 Maggio 2011 OLTRE 6 MESI FA

OLBIA – Nell‘esercito di candidati che a passo di carica si muove per occupare un posto, un assessorato, una poltrona, uno strapuntino al sole della politica c’è un disertore, un vero sovversivo. E’ l’unico tra i 20 mila aspiranti amministratori locali delle prossime elezioni in programma il 15 e 16 maggio che non vuole essere votato. E’ sardo, di Olbia, indipendentista: si chiama Luigi Agus e ha espressamente chiesto di non ricevere alcuna preferenza. Lo hanno costretto, lui non vuole. Insegnante a Tempio Pausania non se la sente di fare il consigliere al Comune di Olbia nella lista civica Progetu Olbia. Una lista  appoggiata dal partito indipendentista ProgRes, nato dalla scissione dell’Irs del leader Gavino Sale. Oggi pomeriggio (lunedì 9 maggio), in una conferenza stampa, Agus ha rivolto un appello ai suoi concittadini pregandoli di lasciarlo in pace, di votare per qualcun altro.

Alla base della sua decisione c’è la completa sfiducia nei confronti del movimento. ”Si è autodefinito democratico e partecipativo, invece – denuncia il candidato suo malgrado – si è rivelato censorio e autoritario”. Nel mirino del professore, il segretario nazionale di ProgRes, Bobore Bussa, e le sue decisioni ”sempre calate dall’alto”. ”I termini usati – afferma Agus – ricordano i periodi delle purghe quando si diceva: la decisione è questa, fatevela digerire”.

Non si era mai vista una cosa del genere, come se Bonolis invitasse i telespettatori a spegnere il televisore o intimasse loro di cambiare canale. Il fatto, nudo e crudo, è che non gli va e seppure il suo nome è in lista tanto peggio, ci ha ripensato. Solo i cretini non cambiano mai idea, giusto? In fondo è stato solo un po’ meno conciliante del renitente più famoso della letteratura: Bartelby lo scrivano diceva sempre “preferirei di no”. Agus è più perentorio nella sua decisione, anche se, onestamente, più ondivago.

Certo avrebbe potuto fare di più e di meglio. Invece di una banale conferenza stampa avrebbe potuto tappezzare Olbia con grandi manifesti recanti il rivoluzionario slogan “Non votate per me”.  Poteva intervenire alle tribune elettorali, ai comizi di quartiere, alla curva degli ultras, oppure mettere un megafono sulla macchina, inaugurare eventi, sfilate, mostre sempre con un sorriso smagliante per diffondere il nuovo verbo. Contro gli ambiziosi, i professionisti della politica, gli intrallazzatori dei seggi, i mastini della scheda avremmo avuto finalmente l’eroe fustigatore che non fa la morale ma dà il buon esempio. “Non votate per me” sulle magliette, sulle spille tipo Obama, pensateci. Un tormentone più spassoso e convincente di “Vota Antonio”. Che eleganza, che classe, questo sottrarsi; che snobismo inarrivabile questa dimostrazione di disinteresse. Agus il maestro della sprezzatura, il principe del rifiuto.

Resta da vedere come andranno le votazioni, il primo caso di risultato al negativo. Quanto più gli disubbidiranno, tante più chance avrà di farsi eleggere. Magari fosse: il mio non voto è tutto per Agus.