Olimpiadi: ieri hater all’opposizione, oggi festanti al governo

di Dini Casali
Pubblicato il 26 Giugno 2019 - 13:04 OLTRE 6 MESI FA
Olimpiadi: ieri hater all'opposizione, oggi festanti al governo

Olimpiadi: ieri hater all’opposizione, oggi festanti al governo

ROMA – Da sempre quello del vincitore è il carro più desiderato, per salirci si è disposti a tutto, anche a sfacciatamente contraddire se stessi. Sarà per questo che hater della prima ora, cioè muscolari e fanatici oppositori social delle Olimpiadi in Italia, si sono riscoperti improvvisamente accaniti sostenitori a prescindere. I più entusiasti i politici, da Salvini a Raggi passando per Appendino, per i quali umori e convinzioni mutano di segno a seconda se stanno all’opposizione o al governo.

Stiamo evidentemente parlando delle Olimpiadi invernali 2026 assegnate al tandem Milano-Cortina, una vittoria italiana celebrata da una folla sguaiata di politici, amministratori, lobbysti e atleti in tripudio da diretta tv. Sui social il tripudio è se possibile pure più insistito, sebbene vecchi post e tweet e sfoghi e insulti restino scolpiti per sempre.

Per esempio quel “ricoverateloooo” di Salvini indirizzato a Renzi quando provò a promuovere la candidatura di Roma. Dicembre 2014: “Gente che in tutta Italia aspetta una casa e un lavoro da anni. E Renzi pensa di fare le Olimpiadi. Ricoverateloooo”. Fine giugno 2019: dopo vari “viva” assortiti, sempre Salvini ci tiene a rilevare “20mila posti di lavoro creati, tanti investimenti e 5 miliardi di euro di valore aggiunto per l’Italia”. Alla faccia, un boom economico annunciato! Negli altri post contro sono caduti nel dimenticatoio dell’informazione mordi e fuggi termini come “follia”, “vergogna”, “sprechi”, “mi viene da ridere” e i complimenti al futuro sovranista Alemanno sindaco.

Più misurata di M5S Lombardia (un post di esultante soddisfazione è stato rimosso per carità patria e per i buu degli aficionados) ma non meno contraddittoria la sindaca Raggi, simbolo vivente all’immobilismo grillino e affetta da benaltrismo di olimpica sfacciataggine imparato da Di Maio (“pensionati a rischio povertà”, “aziende in crisi”, “giovani che vanno all’estero”, e via smoccolando per argomentare contro i Giochi). Scriveva la sindaca: “Nessun pregiudizio ma prima bisogna pensare all’ordinario, poi allo straordinario”, non dimenticando di segnalare qui e là la nefasta influenza dei poteri forti sui giochi del “mattone”. 

“Bambini” gli amministratori di Roma li chiamò Giovanni Malagò che, qualsiasi cosa si possa pensare di lui, consuma oggi la giusta vendetta per aver sprecato allora un baciamano. Oggi la “bambina” Raggi si spertica in “complimenti”, “congratulazioni”, “buon lavoro”. Mentre l’ordinaria amministrazione della raccolta rifiuti assurge a straordinaria metafora di un fallimento da record olimpico.

Chiara Appendino anche è entusiasta da Torino, cioè la vera grande autoesclusa. Oggi copia e incolla il post della Raggi dalle congratulazioni al buon lavoro, ma ieri rifiutò una candidatura che con la formula itinerante si sarebbe rivelata vincente. (fonte La Repubblica)