P3, Bankitalia accusa Verdini: “Sul Credito Cooperativo Fiorentino conflitti d’interesse per 60 milioni”

Pubblicato il 14 Agosto 2010 - 14:30 OLTRE 6 MESI FA

Le risposte di Verdini. Su alcuni dei rilievi che gli sono mossi dalla Banca d’Italia nella relazione con la quale è stata chiesta e ottenuta l’amministrazione straordinaria del Credito Cooperativo Fiorentino, Denis Verdini – che della banca è stato presidente per vent’anni – ha già risposto ai pm di Firenze e Roma, dichiarando l’assoluta trasparenza dei suoi comportamenti. In particolare, nell’interrogatorio, in qualità di indagato per corruzione, del 15 febbraio scorso ai pm di Firenze nell’inchiesta sui grandi eventi, Verdini ha parlato dei suoi rapporti con la Btp di Riccardo Fusi: ha confermato di aver avuto in passato interessi economici con l’imprenditore, ma di aver chiuso ogni rapporto finanziario con lui già a partire dalla seconda metà degli anni novanta.

Quanto alla somma di 800mila euro affluita nel secondo semestre dello scorso anno a una società editoriale a lui riconducibile, Verdini, nel corso di un interrogatorio-fiume svoltosi il 26 luglio davanti ai pm di Roma titolari dell’inchiesta sulla cosiddetta P3, ha detto che l’importo è da inquadrare in un’operazione da 2,6 milioni di lire di aumento di capitale sociale del Giornale della Toscana.

Gli altri indagati e le altre accuse. Il coordinatore del Pdl è indagato assieme a Marcello Dell’Utri, Flavio Carboni, Arcangelo Martino e Massimo Lombardi per violazione della legge sulla costituzione di società segrete ed è iscritto nel registro degli indagati nell’indagine sugli appalti per l’eolico in Sardegna. Verdini ha sempre respinto tutti gli addebiti che gli sono stati contestati.