P3, il sottosegretario Caliendo indagato per violazione della legge Anselmi

Pubblicato il 27 Luglio 2010 - 17:03 OLTRE 6 MESI FA

Giacomo Caliendo

Il sottosegretario alla giustizia Giacomo Caliendo è indagato dalla Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta P3. A Caliendo è contestato il reato di violazione della legge Anselmi sulle società segrete.

Il nominativo di Caliendo appare in alcune vicende sulle quali si è appuntata l’attenzione del procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e del sostituto Rodolfo Sabelli. Tra questi una cena nella casa romana del coordinatore del Pdl Denis Verdini, a palazzo Pecci Blunt, che avrebbe avuto il fine di stabilire le strategie di intervento sul lodo Alfano, sulla nomina di Alfonso Marra a presidente della Corte D’Appello di Milano ed il ricorso in Cassazione dell’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino contro l’ordinanza di custodia cautelare emessa nei suoi confronti dalla magistratura napoletana.

Secondo quanto si è appreso, Caliendo dovrebbe essere interrogato dagli inquirenti romani nei prossimi giorni.

Lui però si difende: ”Non ho mai contattato ne’ fatto elenchi di giudici della Corte costituzionale favorevoli o contrari al lodo Alfano”, dice. Caliendo, come ha fatto piu’ volte in passato quando ha indicato Lombardi come ”millantatore”, ripete che al pranzo a casa Denis Verdini, alla fine di settembre, lui rimase solo una mezz’ora e poi se ne ando’ per precedenti impegni in commissione Giustizia. ”Solo successivamente – afferma – ho appreso che nel corso di quel pranzo si era parlato anche di questo (cioe’ del lodo, ndr). Tant’e’ che a tale proposito c’e’ la telefonata che Lombardi mi fece allegata all’ordinanza di custodia cautelare.

Ma – ribadisce il sottosegretario alla Giustizia – io non ho mai parlato con giudici costituzionali del lodo ne’ fatto elenchi di chi era favorevole o contrario”. Caliendo sara’ ascoltato in Procura in qualita’ di indagato e verra’ assistito dall’avvocato Paola Severino: ”Ho dato mandato io all’avvocato stamani di andare in Procura per chiedere di essere ascoltato. Solo alle 16:17 l’avvocato Severino mi ha detto che risultavo iscritto nel registro degli indagati, senza pero’ che le fosse detto l’ipotesi di reato. Poi, dopo neanche un’ora, la notizia e’ comparsa sulle agenzie”.